Il regno corrotto - Leigh Bardugo.

Mondadori | 476 pag. | 19,90 €

Trama:

Jesper non smetteva un attimo di tamburellare le dita sulle cosce. «Qualcuno ha per caso notato che l'intera città ci cerca, ce l'ha con noi o vuole farci fuori?» «E allora?» disse Kaz. «Be', di solito è solo metà della città.» Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l'abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all'abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha. 

Recensione:

- POICHÉ È IL SECONDO VOLUME DI UNA DILOGIA  POTREBBERO ESSERCI SPOILER - 

A malincuore ho finito il capitolo conclusivo di una storia iniziata con Sei di Corvi, libro che dopo diverso tempo mi ha fatto tornare nel mondo del fantasy. Mondo che credevo perduto per sempre (o quasi). 
In un periodo in cui riesco a concentrarmi a fatica, dove i pensieri del mondo reale sono più forti della mia immaginazione, Kaz e la sua banda sono stati in grado di farmi estraniare da tutto, anche da me stessa.

La storia riprende dove l’avevamo lasciata nel primo volume. La banda di Kaz amareggiata per come sono andate le cose dopo il vittorioso ritorno a casa non si dà per vinta nonostante tutto giochi a sfavore. Sono in minoranza ma non hanno nulla da perdere. Sono diventati amici, affiatati quanto basta per riuscire a sopportare le pressioni del Barile e delle delegazioni delle varie regioni. Decidono di riprendersi ciò che gli è stato ingiustamente negato e useranno tutti i mezzi a loro disposizione per farlo. 

Nessun rimpianto, nessun funerale”

Se la narrazione del primo libro è risultata più ironica e scanzonata, in questo volume conclusivo ho notato un certo grado di riflessione. Leigh Bardugo approfondisce la storia dei personaggi, racconta ciò che li ha portati ad essere quello che sono: dei ragazzi giovani con profonde cicatrici. Cicatrici con le quali devono fare i conti tutti i giorni. Cicatrici che hanno portato solo guai. Le dinamiche all’interno del gruppo si fanno più interessanti, più significative. 
Nel corso della lettura si capirà che in realtà questi ragazzi qualcosa da perdere ce l’hanno. Chi un amico, chi un amore, chi un figlio, chi dei compagni..
Le maglie della storia si infittiscono. La trama si fa più densa perché aumentano i personaggi in gioco eppure Leigh Bardugo riesce a far girare tutto nel modo giusto. I protagonisti seguono uno schema preciso e tutti hanno la stessa rilevanza. 
Per quanto riguarda la trama nemmeno questa volta la mente del lettore viene risparmiata. Se con il primo libro c’erano strategie, sotterfugi e piani diabolici anche questa volta troveremo lo stesso grado di coinvolgimento. Quasi ogni capitolo si conclude con un colpo di scena e il lettore difficilmente riesce a staccarsi dalle pagine. 
La dilogia si conclude nel “giusto modo”. Non ci sono buchi nella trama e posso dire di essere soddisfatta della conclusione. A malincuore devo ammettere che un terzo libro, per quanto lo desidererei ardentemente, sarebbe di troppo. Potrebbe rovinare il grado di soddisfazione provato girando l’ultima pagina. Mi mancheranno i ragazzi del Barile. Mi mancheranno le loro storie e le loro avventure. L’affiatamento, le battute e quel loro modo di essere così diversi tra loro eppure così uniti. Alla fine della storia sono diventati una vera famiglia. Probabilmente lo erano sin dal principio ma l’hanno scoperto poi.

Piccola precisazione.
Per tutti coloro che mi chiedevano se era il caso di leggere prima la trilogia di Tenebre e ossa dico di sì. Innanzitutto perché le vicende del Barile si verificano dopo le avventure di Alina, poi perché in questo volume si troveranno dei personaggi già incontrati nella trilogia. Al fine della trama non sarebbe necessario ma consiglio, per una comprensione più ampia della storia, di seguire l’ordine delle vicende.
Unica nota “negativa” è che all’inizio del libro non c’è un riassunto che spiega le vicende del volume precedente. Si è catapultati subito nuovamente nella storia e io, che talvolta ho una memoria che vacilla, mi sono trovata un po’ in difficoltà nel riprendere le fila del discorso. Una volta superato questo scoglio tuttavia la lettura è scivolata liscia senza pensieri.

Valutazione:

★★★★/5


Commenti

Post più popolari