Il guardiano del faro - Camilla Läckberg
Trama:
In una notte d’inizio estate, un’auto percorre a gran velocità la strada che collega Stoccolma alla costa occidentale. La donna al volante ha le mani sporche di sangue. Insieme al fi glio, Annie sta fuggendo verso Gråskär, nell’arcipelago di Fjällbacka. Quell’isola scabra, con il faro bianco e la vecchia casa del guardiano dove crescono le malvarose, appartiene alla sua famiglia, ed è l’unico posto in cui lei si sente al sicuro, lontano da tutto. La leggenda popolare vuole che lì si aggirino gli spiriti dei morti, ma questo non la turba, anzi, in quel luogo così solitario, dove il suo sguardo può spaziare solo su scogli e mare salato, ad Annie piace pensare che i fantasmi siano rimasti per farle compagnia. Intanto, a Fjällbacka, Erica Falck è totalmente assorbita dai suoi gemelli di pochi mesi, tanto più che Patrik, da poco rientrato in servizio, è alle prese con un’indagine piuttosto spinosa: il dirigente del settore fi nanze del comune è stato ucciso nel suo appartamento con un colpo di pistola alla nuca. Il movente dell’omicidio sfugge e la vittima, che poco prima di morire aveva fatto visita ad Annie all’isola degli spettri, sembra essere stato un uomo dai mille segreti. Sfi dando un muro di silenzi, la polizia di Tanum scava nel suo passato e trova un collegamento con un’associazione di sostegno a donne maltrattate. Una pista che permetterà a Patrik, sostenuto dal calore di una famiglia solida e sempre più numerosa, di portare alla luce i mondi calpestati di persone a cui la parola casa desta soltanto il ricordo di cicatrici, deboli ombre che solo nell’amore per un fi glio possono trovare la forza per continuare la loro fuga dal dolore che annienta ogni emozione, da caos e distruzione.
Recensione:
- POICHÈ È IL SETTIMO LIBRO DI UNA SERIE POTREBBERO ESSERCI SPOILER -
C’è poco da fare, quando ho il blocco del lettore basta tornare nella propria comfort zone per avere delle certezze. Camilla Läckberg, ancora una volta, mi ha salvato da un periodo di letture mediocri che non mi hanno lasciato proprio nulla. Mi sono fatta cullare dai personaggi ormai fin troppo familiari e da una storia molto tetra e abbastanza cupa, più cupa dei libri precedenti.
Ci troviamo a Fjällbacka. Erica e Anna, sua sorella, hanno avuto un grave incidente e si salvano per miracolo. Erica riesce a mettere al mondo due gemellini sani mentre Anna perde il suo Piccolo ed entra in uno stato di tristezza che la porta a confinarsi nel suo guscio di solitudine. Patrick è da poco rientrato in servizio dopo un malore avuto a causa dell’incidente di sua moglie e la vita scorre, in qualche modo.
Nel frattempo a breve ci sarà l’inaugurazione di un centro benessere in città e il responsabile del settore finanziario viene trovato ucciso nel suo appartamento. Di quest’uomo si sa poco o nulla e sarà difficile sin da subito per la polizia trovare informazioni e capire le motivazioni di quell’omicidio. Sarà un duro lavoro per Patrick e la sua squadra perché verranno fuori tantissime cose e molte saranno spiacevoli..
Settimo libro che leggo di Camilla Läckberg e settima conferma del suo potere di abile scrittrice. Ormai sono di casa in quella stazione di polizia con Annika in segreteria, Paula, Martin e Gösta in saletta a prendersi un caffè e Patrick perennemente in ritardo per colpa dei gemellini o dei capricci di Maja. Di Melberg non parlo perché è abile solo nel fare danni.
Questo libro mi è piaciuto come i precedenti. Rispetto alle volte scorse non ho provato a capire chi fosse il colpevole perché c’erano troppe persone “nuove” nella scena e perché, una volta tanto, avevo voglia di godermi la lettura senza scervellarmi troppo.
Il finale non mi ha sorpreso e allo stesso tempo non mi è dispiaciuto. Era prevedibile ma non troppo. In queste pagine ho trovato più cupezza, più argomenti “pesanti” rispetto ai precedenti (anche se il bambino segreto mi aveva dato la stessa impressione). Camilla Läckberg mette in luce anche un tema importante quale il maltrattamento delle donne e lo fa in modo gentile e allo stesso tempo brutale. Una denuncia come monito del mondo che c’è là fuori. Perché non tutte hanno la fortuna di poter dire “non vedo l’ora di andare a casa”, perché molte fuggono da quelle quattro pareti che sembrano più una prigione che un rifugio e purtroppo troppe donne ci trovano una tomba.
Andrò sicuramente avanti con la lettura di questa saga perché non è la semplice lettura di un giallo. Tra queste pagine trovo sempre il senso di famiglia, calore ed affetto che accompagna i personaggi. L’intesa dei protagonisti e il loro stringere i denti e andare avanti. Un’umanità che sopravvive nonostante le disgrazie e il collante di tutto ciò è l’abilità di Camilla Läckberg che riesce a produrre qualcosa di credibile ogni volta! Camilla ci rivediamo durante il prossimo blocco del lettore.
Valutazione:
★★★★/5
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