Downton Abbey, il gran finale. Addio famiglia Crawley.
La famiglia Crawley ci accoglie ancora una volta, l’ultima. Lucida l’argenteria, sbatte i tappeti, sistema le lenzuola. Loro sono pronti a salutarci, noi un po’ meno forse.
Siamo negli anni 30 e la parola “divorzio” fa più paura della bancarotta. È più accettabile una rovinosa caduta che la fine di un matrimonio nella Londra aristocratica dove le tiare brillano più delle persone.
Mary è al centro del ciclone. Il suo matrimonio fallito finisce in prima pagina e non c’è posto per lei nel mondo altolocato fatto di persone che si limitano alle apparenze.
Per fortuna c’è Downton Abbey, la sua fortezza. Anche lì, purtroppo, ha le sue battaglie da portare avanti. I tempi stanno cambiando ed è sempre più difficile rimanere a galla.
Con l’appoggio di una sempre più sicura Edith e di Tom, riuscirà a sradicare idee vecchie quanto il mondo e a stare al passo con i tempi mantenendo l’integrità di Downton Abbey. A che prezzo, però.
“Downton Abbey. Il gran finale” si conclude nel modo giusto dando spazio a tutti gli interpreti e un finale degno del cammino percorso. È la naturale conclusione che tutti si aspettano, anche se non si è pronti. Omaggia anche chi non c’è più in modo semplice ma efficace a tal punto che la lacrima scende facile.
Poi le luci si accendono, ci sono i titoli di coda e si resta seduti sulla poltrona, consapevoli che a Downton Abbey non ci torneremo più. Che quel guizzo inglese nel mare della modernità non lo ritroveremo da nessuna parte. E che il fascino senza tempo della campagna inglese rimarrà un ricordo.
E quindi grazie famiglia Crawley per ciò che ci hai donato, per l’umorismo e per la classe senza tempo che ti ha contraddistinto sempre. Grazie, soprattutto, per averci insegnato ad essere stoici di fronte a qualsiasi situazione. Plastici ma sempre rispettabili.
“Lunga vita a Downton Abbey.”
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