Massimiliano e Carlotta: il sogno imperiale
Dopo aver visto la seconda stagione su Netflix della serie “l’Imperatrice” (che pare sia stata rinnovata per la terza volta) mi sono soffermata sulla figura di Massimiliano, quel fratello spesso messo in secondo piano da Franz, e ho deciso di saperne di più. Aiutata da una magistrale e scorrevole biografia di Joan Haslip ho avuto la possibilità di conoscere meglio le sfaccettature di una storia quasi leggendaria per quanto tragica.
Ferdinando Massimiliano, detto Max, ha la sfortuna di nascere dopo Francesco Giuseppe e tra i due, purtroppo, i rapporti si fanno sempre più tesi con il passare degli anni.
Spesso una spina nel fianco, un personaggio scomodo e più amato di lui, l’Imperatore lo tiene lontano dagli affari di Vienna spedendolo prima a Milano e poi a Trieste. Il più lontano possibile dalla sua scrivania.
Max, molto Wittlesbach e poco Asburgo, sin da giovane risulta propenso alle arti, le scienze e soprattutto alla botanica. Nulla di più distante da Francesco Giuseppe, troppo impegnato da sempre nell'arte del governare.
Eppure Massimiliano è il secondo in linea di successione, il prossimo Imperatore fino a quando il fratello non ha un erede maschio. Di conseguenza deve trovare una sua "missione". Passa gli anni della gioventù nella marina militare migliorando la flotta dell'impero austriaco a tal punto da essere di fondamentale importanza nella battaglia di Lissa nel corso della terza guerra d'indipendenza. Poi viene nominato viceré del Lombardo - Veneto sostituendo Radetzky che fino ad allora aveva governato con il pugno di ferro.
Massimiliano prova a dare un'impronta diversa al suo governo. E' di idee decisamente più liberali rispetto a suo fratello, allo stesso tempo però per indole e carattere è debole, un sognatore, senza considerare che non gode né di autonomia, né di libertà perché tutte le decisioni vengono prese a Vienna.
Una volta terminata la parentesi italiana a causa della perdita del territorio, Massimiliano si ritira a vita
privata a Trieste dove fa costruire il castello di Miramare. Probabilmente l'unico luogo in cui si sia mai sentito realmente a casa.
Nel frattempo, poco prima di diventare viceré sposa Carlotta del Belgio. Molto apprezzata alla corte viennese dall'arciduchessa Sofia, sua suocera, quanto detestata dall'imperatrice Sissi, sua cognata. Le due non si piaceranno mai e tra loro ci sarà sempre una sorta di rivalità silenziosa destinata a durare nel tempo.
Carlotta per Massimiliano è fatale perché è molto ambiziosa e forte delle sue origini reali lo spinge ad accettare il trono messicano. Mai decisione fu più sbagliata per la coppia perché quel viaggio cambierà per sempre le loro vite.
La "questione messicana" è davvero complessa e arzigogolata. Si può riassumere in questo modo: la Francia di Napoleone III sfruttando la guerra civile americana aveva invaso il Messico, con l'appoggio di Spagna e Inghilterra, cercando di instaurare una monarchia. Riuscì con la forza a insinuarsi nel territorio e chiese a Massimiliano di diventare Imperatore e guida del paese. Dopo diverso tentennare (lavorato ai fianchi da Carlotta, che era molto ambiziosa, e avendo perso ogni diritto al trono d'Austria a causa della firma del patto di Famiglia) non ha altra scelta che accettare il trono a patto di avere dalla Francia protezione e un esercito armato per diversi anni.
La situazione in Messico era davvero precaria. Da una parte i repubblicani agivano nell'ombra per avere una repubblica, dall'altra i conservatori erano convinti che la monarchia fosse l'unica soluzione per una terra "ribelle". Il risultato di una situazione così delicata sfociò in una tragedia che portò alla morte di Massimiliano per fucilazione e alla perdita del senno di Carlotta.
La storia di Massimiliano e Carlotta è affascinante quanto controversa. Entrambi belli, entrambi giovani e pieni di passioni non hanno saputo attenersi al loro ruolo nello scacchiere europeo. Molto ambiziosa lei, incline alla noia lui, si sono insinuati in una situazione che aveva del tragico già dal principio e ignorando ogni campanello di allarme hanno deciso di prendersi carico di un paese straniero e praticamente sconosciuto. Diverse situazioni avevano portato ad una scelta del genere. Sicuramente il rapporto tra Franz e Max. La situazione tra i due, soprattutto dopo la firma del patto di Famiglia, si era fatta tesa e aspra a tal punto che era quasi bandito il nome dell'arciduca a corte. Senza considerare che Max per certi aspetti era favorito dal popolo rispetto all'imperatore. Forse c'era una sorta di gelosia, sicuramente diverse incomprensioni che hanno portato i due fratelli agli antipodi del mondo.
Si dice che la storia sia fatta di imprese e di eroi. Forse Massimiliano non viene ricordato come il monarca più longevo della storia, ha fallito nel suo intento di "migliorare" un paese che di fatto l'ha visto sempre come uno straniero. Però il suo ricordo vive in quel bellissimo castello che ha lasciato a Miramare, in quei giardini che in primavera sbocciano di profumi e colori. E sicuramente ha lasciato molto di sé su quella terrazza che si trova a picco sul mare. Là dove l'orizzonte fonde cielo e mare.
Ed è proprio lì che ritroviamo l'animo romantico di Max: scolpito in una pietra bianca lambita dal mare blu.
Eppure Massimiliano è il secondo in linea di successione, il prossimo Imperatore fino a quando il fratello non ha un erede maschio. Di conseguenza deve trovare una sua "missione". Passa gli anni della gioventù nella marina militare migliorando la flotta dell'impero austriaco a tal punto da essere di fondamentale importanza nella battaglia di Lissa nel corso della terza guerra d'indipendenza. Poi viene nominato viceré del Lombardo - Veneto sostituendo Radetzky che fino ad allora aveva governato con il pugno di ferro.
Massimiliano prova a dare un'impronta diversa al suo governo. E' di idee decisamente più liberali rispetto a suo fratello, allo stesso tempo però per indole e carattere è debole, un sognatore, senza considerare che non gode né di autonomia, né di libertà perché tutte le decisioni vengono prese a Vienna.
Una volta terminata la parentesi italiana a causa della perdita del territorio, Massimiliano si ritira a vita
privata a Trieste dove fa costruire il castello di Miramare. Probabilmente l'unico luogo in cui si sia mai sentito realmente a casa.
Nel frattempo, poco prima di diventare viceré sposa Carlotta del Belgio. Molto apprezzata alla corte viennese dall'arciduchessa Sofia, sua suocera, quanto detestata dall'imperatrice Sissi, sua cognata. Le due non si piaceranno mai e tra loro ci sarà sempre una sorta di rivalità silenziosa destinata a durare nel tempo.
Carlotta per Massimiliano è fatale perché è molto ambiziosa e forte delle sue origini reali lo spinge ad accettare il trono messicano. Mai decisione fu più sbagliata per la coppia perché quel viaggio cambierà per sempre le loro vite.
La "questione messicana" è davvero complessa e arzigogolata. Si può riassumere in questo modo: la Francia di Napoleone III sfruttando la guerra civile americana aveva invaso il Messico, con l'appoggio di Spagna e Inghilterra, cercando di instaurare una monarchia. Riuscì con la forza a insinuarsi nel territorio e chiese a Massimiliano di diventare Imperatore e guida del paese. Dopo diverso tentennare (lavorato ai fianchi da Carlotta, che era molto ambiziosa, e avendo perso ogni diritto al trono d'Austria a causa della firma del patto di Famiglia) non ha altra scelta che accettare il trono a patto di avere dalla Francia protezione e un esercito armato per diversi anni.
La situazione in Messico era davvero precaria. Da una parte i repubblicani agivano nell'ombra per avere una repubblica, dall'altra i conservatori erano convinti che la monarchia fosse l'unica soluzione per una terra "ribelle". Il risultato di una situazione così delicata sfociò in una tragedia che portò alla morte di Massimiliano per fucilazione e alla perdita del senno di Carlotta.
La storia di Massimiliano e Carlotta è affascinante quanto controversa. Entrambi belli, entrambi giovani e pieni di passioni non hanno saputo attenersi al loro ruolo nello scacchiere europeo. Molto ambiziosa lei, incline alla noia lui, si sono insinuati in una situazione che aveva del tragico già dal principio e ignorando ogni campanello di allarme hanno deciso di prendersi carico di un paese straniero e praticamente sconosciuto. Diverse situazioni avevano portato ad una scelta del genere. Sicuramente il rapporto tra Franz e Max. La situazione tra i due, soprattutto dopo la firma del patto di Famiglia, si era fatta tesa e aspra a tal punto che era quasi bandito il nome dell'arciduca a corte. Senza considerare che Max per certi aspetti era favorito dal popolo rispetto all'imperatore. Forse c'era una sorta di gelosia, sicuramente diverse incomprensioni che hanno portato i due fratelli agli antipodi del mondo.
Si dice che la storia sia fatta di imprese e di eroi. Forse Massimiliano non viene ricordato come il monarca più longevo della storia, ha fallito nel suo intento di "migliorare" un paese che di fatto l'ha visto sempre come uno straniero. Però il suo ricordo vive in quel bellissimo castello che ha lasciato a Miramare, in quei giardini che in primavera sbocciano di profumi e colori. E sicuramente ha lasciato molto di sé su quella terrazza che si trova a picco sul mare. Là dove l'orizzonte fonde cielo e mare.
Ed è proprio lì che ritroviamo l'animo romantico di Max: scolpito in una pietra bianca lambita dal mare blu.
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