Pennablù. Piccola storia buffa - Lorenzo Marone

Marotta e Cafiero| 96 pag| 15,00 €

Trama:

Totò è un'ara blu, un pappagallo amazzonico di grande valore. Arriva a Napoli nella casa di don Ciro, un boss di camorra. Una casa caotica quanto la giungla, con tigri di ceramica e quadri sfarzosi. Una casa dorata. Ma la vita di Totò è difficile, finché non diventa il braccio destro di don Ciro e gli si aprono le porte del paradiso. Pennablù è una storia buffa e grottesca, uno sguardo al mondo camorristico e alla vita dei boss solo all'apparenza scintillante. Una prigione da cui è difficile fuggire, quando è l'unica vita che si è mai conosciuta.

Recensione:

Pennablù è un racconto lungo 96 pagine dove il protagonista è Totò, un'ara blu amazzonico,  l'inseparabile amico di un boss mafioso ed è proprio lui il narratore della storia.
Pennablù è il racconto di come Totò impara a parlare e a leggere, di come diventa prezioso per Don Ciro Paglietta e delle sue rocambolesche avventure all'interno di una casa malavitosa assieme ai suoi singolari abitanti.
Racconta le dinamiche che si svolgono all'interno dello studio del suo padrone. Con occhi innocenti e con una prosa simpatica e genuina Totò ci apre le porte di una casa mafiosa per farci capire che non sempre è oro tutto quel che luccica e che spesso più si è in alto e più si fa rumore quando si cade.

Lorenzo Marone, penna conosciutissima nel panorama italiano, ci delizia con una storia ironica e simpatica. Il suo intento non è solo questo ovviamente. Attraverso le sue parole vuole raccontarci una realtà pericolosa fatta di gerarchie e poco rispetto per la vita. 
Nei ringraziamenti dell'autore ho letto una frase che mi è piaciuta molto e che credo sia l'emblema della lettura:

"C'è un brutto detto a Napoli che fa così: senza i fessi, i diritti non campano. Se i diritti sono i Paglietta, e quelli come loro, allora noi siamo gli storti, e ne andiamo fieri."

E' questo il punto saliente, il suo intento. Non vuole solo confezionare una storia breve con dei protagonisti discutibili. Attraverso gli occhi sinceri di un animale da compagnia descrive l'ascesa e il declino di un uomo potente. Di come quest'uomo può decidere delle sorti di persone e di esseri viventi. Allo stesso tempo racconta di omertà e paura, di silenzi e inganni. E tutto per cosa? Per ricordare al lettore cos'è il bene e cos'è il male. Quanto possa essere profondamente radicato quest'ultimo e di quanto sia sbagliato chiudere gli occhi e far finta di niente.
E quindi..in un mondo di diritti come i Paglietta noi siamo gli storti. Quelli che non si girano dall'altra parte, quelli che non hanno paura, quelli che non cercano la via più facile e potente. Noi siamo gli storti. E gli storti non ascoltano nessuno!

Valutazione:

★★★/5





 

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