Una piccola formalità - Alessia Gazzola

Longanesi | 296 pag. | 16,90 €

Trama:

Rachele sa bene che cosa va di moda e che cosa no, ed è da sempre una grande esperta dei trend del momento al punto che l’ha reso il proprio lavoro: nella Milano più divertente, tra un aperitivo con gli amici nell’ultimo locale aperto e un evento privato, lei scrive di lifestyle sulla notissima rivista Chic&Glam. Quindi se di eredità, atti notarili e faccende giuridiche connesse non ne sa nulla è ampiamente giustificata. Per esempio: perché mai dovrebbe fare come vuole suo padre e rinunciare a scatola chiusa all’insolita proprietà che suo zio le ha lasciato? Le sembra una follia e, in più, il suo intuito da giornalista le suggerisce che in quel lascito c’è qualcosa di interessante. Forse si sta lasciando suggestionare, ma sarà che lo zio lei non se lo ricorda nemmeno, visto che era la pecora nera della famiglia; sarà che suo padre si rifiuta persino di fare il suo nome; sarà che le circostanze della sua morte non sembrano chiarissime… ma tutta questa storia la intriga, e non poco. Rachele rispolvera allora un vecchio contatto della sua rubrica, un compagno del liceo che per una curiosa coincidenza del destino è diventato notaio. Al nome di Manfredi Malacarne risponde un trentenne affascinante e tremendamente disponibile… Proprio quando, per un’altra curiosa coincidenza del destino, la storia con Alessio, il fidanzato storico, è giunta a una svolta davvero sorprendente. Nel tentativo di svelare il mistero relativo all’eredità e a certi segreti di famiglia, ­Rachele si ritroverà a capire che le cose che non sa sul mondo (e, soprattutto, su di lei) in realtà sono molte di più e che sarà piuttosto entusiasmante scoprirle tutte… 

Recensione:

“Una piccola formalità” è l’ultima fatica di Alessia Gazzola edita Longanesi. La storia è ambientata a Milano e la protagonista è Rachele. Scrive per una rivista online e sta insieme al suo ragazzo dai tempi del liceo. Qualcosa cambia quando uno zio a lei sconosciuto muore e, dopo che suo padre rinuncia all’eredità, Rachele è l’unica erede rimasta di qualcosa che non sa.
Non vuole dire subito di no. La ragazza è curiosa e anche un po’ testarda. Vorrebbe conoscere i motivi che hanno portato astio tra suo padre e lo zio ma sa che parlarne con la sua famiglia è inutile.
Con l’aiuto di Manfredi, giovanissimo e bellissimo notaio di Milano, nonché suo compagno di liceo cerca di scavare nel passato della sua famiglia e niente sarà più come prima..

I libri di Alessia Gazzola per me sono una coccola. So che quando prendo in mano una sua creazione passerò giornate serene e spensierate, sopratutto leggere. “Una piccola formalità” è un confettino: piacevole e simpatico ma non è arrivato dritto al mio cuore. Ho trovato la protagonista troppo “leggera”, sembra tutto troppo semplice, anche le questioni più spinose.
Manfredi è un bel personaggio ma nemmeno lui è stato in grado di conquistare il mio cuore (credo che mai nessuno sarà all’altezza di Arthur dei libri de l’Allieva - Arthur dei libri, non della serie tv!).
Ho trovato la storia un po’ tiepida e forse è stata messa troppa carne al fuoco in troppe poche pagine. Il passato di Manfredi e Rachele, le peripezie familiari della ragazza, il mistero da svelare riguardante lo zio scomparso all’improvviso..non so. Mi è sembrato tutto “troppo” e raccontato in troppo poco tempo, troppo poco spazio. 
Alla fine la storia è ben confezionata, ogni micro-trama viene svelata e raccontata ma forse c’era bisogno di qualcosa di più. Anche se non so esattamente come definire quel “di più”..

Potrebbe apparire come una recensione sconclusionata e poco approfondita. In realtà è lo stato di confusione che ha lasciato in me una lettura che speravo potesse distrarmi come desideravo.
Le mie parole potrebbero essere frutto di ciò che sto vivendo nella vita reale? Non lo escludo. Nonostante ciò la lucidità per parlare di libri non mi è mai mancata. Forse sto cambiando io, forse pretendo troppo..o forse semplicemente la vita mi sta portando ad essere più forte, più fredda e faccio fatica a riconoscermi in certi protagonisti e di conseguenza non mi godo la lettura completamente. Chissà..

Sicuramente questo non è il mio libro preferito dell’autrice ma non è nemmeno da buttare via. Come sempre se ci si vuole perdere nella semplicità della vita quotidiana, delle lotte di una generazione pronta al sacrificio e a rischiare ciò che ha, questa lettura è perfetta. Non da più di ciò che le viene chiesto. La classificherei come una lettura piacevole. Una lettura da giornata al mare, al parco, per un picnic in mezzo alla natura. Una folata d’aria tiepida in una giornata ancora un po’ freschina.

Valutazione:

★★★/5

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