Il mio confortante inverno - Diario di bordo

Sono i giorni della merla, i giorni in cui dovrebbe essere più freddo e in base a queste temperature la primavera sarà bella o brutta. C’è da crederci? Ho sempre pensato con doveroso rispetto che se i detti esistono significa che qualcuno in passato osservava e se lo sappiamo anche noi oggi, vuol dire che un fondo di verità c’è.
Ora, non so cosa porterà la primavera, per certi aspetti ho paura e non credo di volerlo sapere, ma so cosa mi lascerò alle spalle: il “mio” inverno.

Tutti i giorni o quasi sento qualcuno esclamare “ah, non vedo l’ora che arrivi il caldo” e io scuoto la testa fra me e me. Guardo fuori dalla finestra consapevole che in questo inverno ci sto bene. È un vestito che conosco, che ho fatto mio con il tempo e nel quale sto comoda. Sono una persona freddolosa, è noto ai più, eppure nell’inverno faccio il mio bozzolo di certezze e ci sto dentro. Non è un semplice letargo, è un raccogliere le forze per periodi più difficili. È istinto di sopravvivenza e paura del nuovo. 
Le giornate si stanno allungando e, nonostante una nebbia a tratti fastidiosa, qualche giornata profuma di primavera. Quanto sarebbe bello fermare il tempo qui e ora..
I più penseranno che sono impazzita. Cosa ci può essere di bello in una stagione che ti obbliga a coprirti e a rintanarti in casa? Esattamente questo.

Nel lento progredire dei giorni, nel freddo cadenzato dello scorrere del tempo io nel mio guscio di certezze ci sto bene. Nel mio luogo che ho fatto casa vivo e leggo. Vivo e dormo. Ogni tanto vivo e sogno. 
Nel paesaggio cristallizzato dalla brina mattutina sento un senso di quiete, un candore scolpito nel freddo di inizio giornata. E in quel freddo, immerso nel silenzio, sento una pace e una tranquillità che in genere mi appartengono poco. 
Diverso tempo fa sono incappata in una poesia bellissima che in giornate limpide, terse e freddissime rispecchia perfettamente ciò che sento e che provo. Come il giorno in cui ho scattato questa foto. 



“L’aria è blu, pungente e fredda
avvolta in un gelido fodero tetro.
Ogni ramo, ramoscello o filo d’erba
sembra miracolosamente vetro.
Guarda, guardami.
Vieni e destami.
Perché io
sono ancora qui”

- A Crystal Forest, William Sharp.




Lo scorrere del tempo, il passaggio delle stagioni altro non è che un modo per dare valore a ciò che tornerà. Serve una nuova primavera per riavere l’inverno. Nel ritmo cadenzato del tempo c’è chi aspetta la nuova stagione. E c’è chi, come me, non desidera altro che lentezza e silenzio. Quiete e respiro. 
Una piccola parte di me, piccolissima, spera che la primavera non sia una semplice metafora ma che porti leggerezza e speranza. Un sole caldo su un viso felice. Che porti un po’ di vita e colore. E quindi anche se non ti aspetto, cara primavera, spero che tu sia clemente con me.

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