L’estate in cui fiorirono le fragole - Anna Bonacina

Sperling & Kupfer | 17,00 € | 288 pag
Trama:

Sembra un'estate come tante nel piccolo borgo di Tigliobianco: le vecchiette si impicciano degli affari di tutti, i bambini scorrazzano selvaggi, le signore del Club del Libro infastidiscono la bibliotecaria... Ma ecco che Villa Edera, la dimora vittoriana in fondo al paese, viene affittata per qualche settimana da Priscilla Greenwood, scrittrice di romanzi rosa di grandissimo successo in crisi d'ispirazione, a caccia di tranquillità e anonimato, per trovare il modo di liberarsi di Calliope del Topazio, la sua smielata e ardente protagonista. Le cose a Tigliobianco, però, non vanno come Priscilla si aspetta: comari in guerra, gatti scomparsi, ragazzine che sognano di diventare detective, lettere trafugate, un mitico quaderno di ricette, smarrito da anni, che contiene il segreto della torta più buona del mondo, la Suprema, per non parlare della Gara Fragolina, che si svolge ogni anno l'ultima domenica di luglio e in cui tutto il paese si sfida a colpi di torte di fragole. E poi Cesare Burello, il chirurgo plastico in vacanza nel paese natio...È così che Priscilla si trova immersa nel mezzo di un vero e proprio cliché da romanzo rosa. Cosa fare? Fuggire a gambe levate o dare una chance a Cesare che sembra la copia carbone di Roger MacMillan, l'affascinante protagonista dell'Harmony che lei ha scritto?Fra picnic notturni, complotti e una caccia al tesoro squisitamente letteraria, Priscilla si troverà finalmente a fare i conti con la domanda che la tormenta da sempre: davvero la vita reale non può essere come un romanzo? E, intanto, che fine avrà fatto la leggendaria ricetta della Suprema, la torta più buona del mondo, scomparsa nel nulla trent'anni prima e il cui destino sembra legato a quello di Cesare? 

Recensione:

Un paesino di 46 anime, un ricettario perduto nel tempo, un rubacuori incallito e una scrittrice alla ricerca della fantasia perduta. Se dovessi descrivere in poche parole “l’estate in cui fiorirono le fragole”, direi esattamente questo.
Se mi chiedessero di dire qualcosa di più aggiungerei che in queste quarantasei anime c’è una ragazzina che vuole fare l’investigatrice, ci sono le tre comari del paese, c’è un club del libro, un’anziana signora che attende il suo amore perduto da una vita, un ragazzo che spinge un carrello della spesa, il medico del paese e una bibliotecaria. Dimentico qualcuno. Sì, una giovane baby sitter, due gemellini che corrono sempre e una bambina che sta imparando a camminare.
Ecco chi sono i protagonisti di questa storia, ecco chi vive a Tigliobianco.

Priscilla Verdebosco, in arte Greenwood, scrive romanzi d’amore. È solitaria, le piace stare a casa sua al sicuro tra le quattro mura domestiche e sua madre cerca in ogni modo ed occasione di trovarle marito.
In preda al blocco del lettore decide di ritirarsi a vita privata (ancor di più rispetto alla quotidianità) in una villa nascosta all’interno di un grande giardino in un paesino piccolissimo e sconosciuto.
Peccato che a Tigliobianco nessun segreto rimane tale, o quasi, e appena la voce che Villa Edera anche quell’estate è stata presa in affitto da una “straniera”, tutti sono curiosi di conoscerla.
Non appena si scopre che altri non è che la famosissima scrittrice che con la sua penna ha fatto battere i cuori di quasi tutta la popolazione femminile del pianeta il danno è fatto e Priscilla può dimenticare la sua vita solitaria.
Vogliamo aggiungere l’arrivo dalla città del dottore Cesare che per motivi diversi torna al paese natio e casualmente incontra Priscilla?

In un periodo pesante della mia vita ho deciso di affidarmi a letture più leggere. Cercavo un libro che mi permettesse di ridire, di tirarmi su il morale e di intrattenermi con genuina semplicità. È esattamente quello che ho trovato in queste pagine! 
La storia non è vista dal punto di vista di un semplice personaggio, bensì da tutti quelli citati prima. È la storia corale di un paesino dove tutti si conoscono e sono partecipi nella vita quotidiana. 
Ci si sente subito parte della storia e di Tigliobianco, dove il prete oltre ad essere un confessore è un amico, dove il bar di Anita è il luogo di ritrovo e tutto scorre davanti allo sguardo attento ed implacabile delle tre comari di paese. Possiamo dimenticare Tramezzino, il cane più viziato del paese?

Anna Bonacina con la sua scrittura semplice e divertente racconta una storia piena di brio e sentimenti. Caratterizza tutti i personaggi molto bene, fa sorridere spesso. Mette in piedi una storia senza pretese con la capacità di intrattenere in modo piacevole. 
Non è un libro banale, per me è stato il piacevole compagno di un weekend di inizio autunno. È la lettura giusta per chi ha bisogno di evadere dalla realtà senza eccessivo sforzo, per chi come me vuole ritrovarsi a sorridere e - perché no - a ridere di fronte ad alcune scene divertenti.
Consiglio questo libro a chi ha voglia di conoscere posti che esistono solo nei libri, per chi vuole essere parte di una comunità disparata e caratterizzata da tante persone diverse tra loro che funzionano benissimo. Per chi ha voglia di una boccata d’aria che solo i libri sono in grado di dare.

Valutazione:

★★★★/5 





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