La dama dei gelsomini - Lisa Laffi

tre60 | 360 pagine | 18,00 €

Trama:

Forlì, 1484. Alla morte di papa Sisto IV, Bianca Riario è soltanto una ragazzina, ma è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all'ombra della madre, Caterina Sforza. Costretta ad abbandonare Roma insieme alla famiglia per ritirarsi nella residenza di Forlì, Bianca cresce accanto a Caterina, donna forte e temuta da tutti, imparando ben presto l’arte della guerra e della conquista del potere. In occasione di un viaggio alla corte di Milano, la ragazza, da sempre amante dell’arte, incontra Leonardo, che ne abbozza un ritratto segnando l’inizio di una grande amicizia, e conosce Troilo de’ Rossi, Marchese di San Secondo, che prende un posto speciale nel suo cuore. Tornata a Forlì, Bianca viene travolta dalla complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia e intuisce che qualcuno sta preparando una congiura contro di loro: unico indizio nelle sue mani, alcuni versi dal significato oscuro, ritrovati in un codice dell’Inferno di Dante. Comincia, così, una corsa contro il tempo in cui in gioco, oltre alla vita, c’è la sovranità sulla Romagna. Tra complotti e lotte per il potere, riusciranno Bianca e Caterina a tenere il controllo della Signoria anche quando ogni speranza sembra vana? Sullo sfondo del Rinascimento con i suoi più illustri protagonisti, da Leonardo a Machiavelli, Lisa Laffi racconta la vita di due grandi donne, Caterina Sforza e Bianca Riario, che hanno lasciato il segno nella Storia. 

Recensione:

Ho pareri contrastanti su questa lettura perché, per poterne parlare nel modo corretto, dovrei suddividerlo in un “inizio” e una “fine”. Dovrei parlarne così, come un’entità separata in due parti per poter essere obiettiva e sincera.
Questo libro racconta la storia di Caterina Sforza e della figlia Bianca Riario. È un romanzo storico, non un saggio, e l’autrice (come racconta nella nota alla fine) si è presa alcune libertà per far funzionare meglio la storia nel complesso.

La parte iniziale racconta dell’arrivo della famiglia Riario a Forlì nel 1484. Da Roma, per ordine del successore di Sisto IV vanno a Forlì dove, assieme ad Imola, Girolamo Riario sarà a capo della Signoria. Più che Girolamo è leggendaria sua moglie Caterina Sforza. Donna forte, nota per la sua tempra d’acciaio e l’incapacità di piegarsi di fronte al nemico. Infatti, prima di acconsentire al trasferimento - non contenta di quel viaggio - si barrica dentro Castel Sant’Angelo indirizzando i cannoni verso il Vaticano. Solo le insistenze del marito, e il timore di perdere quel poco che è rimasto, convincono la donna a desistere e ad andare via.
Comincia così il racconto di questa famiglia. All’epoca dei fatti Bianca è una bambina, la primogenita seguita da una nidiata di figli maschi. La pupilla di Caterina che sin da subito la cresce cercando di forgiarla a sua somiglianza. Bianca però non ha l’indole di sua madre e per quanto ci provi lei è più ragionevole e meditabonda. L’unica cosa che hanno in comune è la passione per le piante che sfruttano per fare decotti e preparati pronti per ogni evenienza.
Caterina è donna d’azione. È sanguinaria, forte e testarda. Bianca apprezza le arti e la cultura e sarà proprio questa sua inclinazione a permetterle di conoscere l’uomo più famoso del momento: Leonardo Da Vinci.
Sono anni difficili per la Penisola. La guardia deve sempre rimanere alta, i nemici sono ovunque e possono essere nei posti considerati più sicuri. Ben presto Caterina imparerà a sue spese di chi si può fidare o meno e in un clima di tale tensione la piccola Bianca cresce fino a diventare una donna in grado di pensare con la sua testa e in modo autonomo, non sempre in accordo con la madre.

Ed è qui che potrei dire che inizia la parte finale. Vediamo la crescita di Bianca rimasta fino a quel momento dietro le quinte a causa di una madre ingombrante e non sempre lucida nelle decisioni. Bianca ha un forte senso del dovere, una considerazione di sé talvolta errata ed è spesso preda degli eventi. 
Con l’arrivo dei Borgia nello Stato Pontificio e del figlio pronto a riunire l’Italia sotto un unico governo cominciano i momenti difficili (anche se la signoria di Imola e Forlì ha avuto ben poca pace negli anni addietro) per Caterina e la sua famiglia. Lottare o desistere? Non c’è nemmeno da dubitare sulla risposta. Ogni scelta implica una conseguenza anche per la famiglia Sforza-Riario.

La parte iniziale, così come l’ho definita io, l’ho trovata estremamente lenta. Una continua battaglia contro nemici e congiurati. La storia non si può cambiare, è ovvio, ma talvolta avevo la sensazione di leggere un bollettino di guerra e non un romanzo. A quel punto avrei potuto leggere un libro di storia. E questa idea mi ha accompagnato fino alla parte finale quando Bianca cresce e non è più semplicemente la bambina/adolescente succube della madre. Finalmente la vediamo emergere da dietro le quinte e prendere in mano la situazione. La seconda parte è volata molto più velocemente rispetto alla prima e devo dire che mi è piaciuta di più. Non c’erano solo questioni politiche, lotte intestine e necessità di difendersi. In questa parte ho trovato amicizia, fratellanza, amore, solidarietà e arte. C’era più romanzo e meno saggio, se così si può dire. 
Avrei preferito un equilibrio maggiore tra le due parti. Una maggior mescolanza tra esse, cosa che purtroppo non ho trovato e questo ha inciso un po’ sulla valutazione finale.
Resta un romanzo storico dove è evidente uno studio approfondito da parte dell’autrice ma stavolta la lettura non ha brillato, non mi ha emozionato a tal punto da voler rimanere incollata alle pagine a discapito del sonno e degli impegni.
Nel complesso non mi è dispiaciuto a tal punto da non consigliarlo, semplicemente in alcuni parti è meno accattivante e più noioso di altre. L’ho trovata una lettura piacevole, capace di intrattenere e dare un’idea dell’Italia dell’epoca. Tutto qui.

Valutazione:

★★★/5

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