Barbie, il film. Un'iperbole davvero necessaria sul patriarcato?


Barbie,il film. Un'iperbole davvero necessaria sul patriarcato? 

Siamo nell'era del politically correct, nel momento storico in cui bisogna fare attenzione a tutto ciò che si dice per non offendere, per non fraintendere o disturbare. Il film Barbie scombina le carte in tavola. Sbaraglia al botteghino e fa subito incassi record. C'è chi lo va a vedere perché con le Barbie ci giocava, chi porta i figli pensando di far vedere loro un prodotto divertente, chi crede di trovare trash solo perché ha visto alcune scene del trailer.
Barbie non è niente di tutto questo. Barbie è un inno contro il patriarcato, contro il dominio maschile. È un inno al girl power. Riesce nel suo risultato? Si, abbastanza a parer mio.

Il film comincia a Barbieland, il luogo dove tutto è rosa e perfetto. Dove le Barbie occupano cariche importanti e sono le protagoniste indiscusse. I Ken devono solo stare loro accanto, fanno da contorno, dei simil - lacchè (passatemi il termine). Tutto cambia quando Barbie Stereotipo non sta più sulle punte, ha dei pensieri cupi sulla morte e intravede un po' di cellulite sulle cosce. Non è più perfetta. Cosa sta succedendo? La bambina che giocava con lei, nel mondo reale, ha pensieri tristi che si riversano anche su Barbie Stereotipo. Per fermare tutto questo Barbie deve andare nel mondo reale ed entrare in contatto con la bambina per aiutarla. 
Non farà questo viaggio da sola perché "il suo Ken" si intrufolerà e la accompagnerà in questa nuova avventura.
Nel mondo reale Barbie capisce che tutto ciò in cui credeva non è vero mentre Ken conoscerà il patriarcato..

Il risultato finale è godibile, c'è un po' di trama, c'è un significato dietro ciò che la pellicola mostra. Non è solo sorrisi e spruzzate di rosa ovunque. È qualcosa di più. 
Margot Robbie è perfetta nel ruolo di Barbie. È perfetta e basta. 
Ryan Gosling lo stesso. Se all'inizio sembra passare in secondo piano, poi si prende il suo spazio lanciando un messaggio interessante.
Se molti pensano che Barbie sia la vera protagonista, a parer mio Ken ha fatto la sua bella figura. In un mondo dove i Ken sono accessori delle Barbie, lui si chiede:

"Perché sono solo Ken, in qualsiasi altro posto sarei un dieci, è il mio destino vivere e morire una vita di bionda fragilità? Sono solo Ken." 

La situazione è così surreale da sembrare assurda. È Ken quello con il cuore infranto che cerca in tutti i modi l'approvazione di Barbie.


Ho trovato il film interessante, forse è una di quelle pellicole che va rivista per capirla completamente. Il risultato finale ai miei occhi scettici è parso buono (non sono una cinefila, ma una semplice osservatrice che si basa sulle emozioni provate durante la visione) e il messaggio che la regista voleva mandare è arrivato forte e chiaro.
Barbie non è un film per bambini o persone nostalgiche degli anni andati, è un film che dovrebbe far guardare dentro ognuno di noi e porre la fatidica domanda: è giusto ciò che stiamo vivendo? 

Mi sono posta questa domanda mentre uscivo dalla sala e mi sono data la seguente risposta:

In un mondo in cui mi piacerebbero più spruzzate di rosa, nella mia bolla di rosee fragilità tutto va bene così.

Grazie Barbie.



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