Una Basilica di Libri: Antonio Caprarica a Vicenza.
Sono le otto e mezza della sera di una calda giornata di inizio estate. La luce illumina la cupola della Basilica Palladiana (fiore all'occhiello di Vicenza) e a breve Antonio Caprarica inizierà a raccontare il suo ultimo libro: Carlo III. Il destino della corona.
L'immenso e unico Antonio Caprarica si prende presto la scena. Non appena arriva nella grande sala situata al piano più alto della Basilica (bellissimo luogo dove parlare di cultura) rompe il ghiaccio con il suo modo affabile ed incredibilmente educato.
Entriamo subito nel vivo della questione: chi è Carlo III?
Da tutti conosciuto come "il povero Carlo" è un uomo che ha aspettato 70 anni per diventare re d'Inghilterra. È un uomo che, si può dire, ha fatto un lungo tirocinio per arrivare preparato al trono. È un uomo colto e molto sensibile. È un re filosofo che non è capito da tutti, nemmeno dalla sua famiglia. La sua vita privata è stata messa in primo piano su tutti i tabloid inglesi ma di lui si parla solo per le sue turbolenze sentimentali, non davvero di ciò che gli interessa. È stato un anticipatore dei tempi. Ha sposato la causa ambientalista quando ancora non si parlava di riscaldamento globale ed inquinamento come lo intendiamo oggi. È un uomo cresciuto senza affetto, in una famiglia chiamata "istituzione" e chissà se sarà in grado di dare una sua impronta al paese ancora scosso dalla perdita dell'intramontabile regina Elisabetta.
Antonio Caprarica sostiene che qualcosa Carlo lo abbia già fatto. Prendendo ad esempio l'incoronazione, il nuovo sovrano ha incluso chi prima di oggi non aveva mai avuto spazio in un evento di tale portata. C'erano ospiti di tutte le etnie e religioni, persone bianche e persone nere quando 70 anni fa era ammessa solo la presenza di uomini bianchi. Per non parlare di Penny Mordaunt, prima donna a portare la spada di Stato (più di 3 chili). Lei è deputata e leader della Camera dei Comuni ed attivista gay nonché sostenitrice della comunità LGBTQ+.
Insomma, qualche segnale l'ha mandato anche se molti sudditi non lo vedono ancora di buon occhio.
C'è la speranza (e forse una certa sicurezza) di vederlo fare qualcosa di buono nonostante lo spettro di Diana che lo accompagna da quasi trent'anni e lo farà per il resto della sua vita.
Di Camilla si parla poco, il giusto, così come di Diana. Solo qualche chiacchiera un po' gossippara per concludere una serata interessante e densa di contenuti.
Ho avuto l'onore di sentire parlare Antonio Caprarica in un altro evento tenutosi un paio di anni fa, a Cornedo, e ho avuto il piacere di sentirlo ancora una volta parlare di persone diverse (allora presentava il suo ultimo romanzo su Elisabetta II) con lo stesso vivace interesse incuriosendo i presenti e facendo un po' di simpatica ironia. È una persona di immensa cultura, profonda educazione e disponibilità. È aperto al dialogo, probabilmente potrebbe parlare per ore senza essere interrotto. Gli piace, è evidente. Ed è un piacere anche per chi, di fronte a uomini di tale calibro, rimarrebbe altrettanto tempo ad ascoltarlo in religioso silenzio.
Come sempre è stato interessante ascoltarlo e altrettanto interessante è stato porre domande e avere risposte eloquenti e ben argomentate. Lui si definisce un repubblicano, ma sotto sotto soltanto chi apprezza la monarchia ne può parlare così bene!
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