Tutto nella norma - Gaia Spizzichino

Garzanti | 277 pag. | 16,90 

Trama:

Ogni sera, Martina apre il suo quaderno a quadretti e decide se colorare una casella in base a com'è andata la giornata. Se la lascia bianca è stata una buona giornata, se è nera il suo opposto. Nessuna via di mezzo. Lei è fatta così. Per ora il bilancio è piuttosto negativo: ha trentaquattro anni e un lavoro che non la gratifica, non riesce ad avere un bambino e il suo compagno non vuole né sposarsi né acquistare una casa. Martina sa che le case non sono solo muri, ma fotografie di varie fasi della vita. C'è la casa dell'infanzia, che ci offre protezione; la casa in cui per la prima volta abbiamo vissuto da soli o in condivisione, sinonimo di libertà e di precarietà. Poi c'è la casa definitiva, quella per cui si accende un mutuo che ci accompagnerà per il resto dei nostri giorni. È un passo importante: vuol dire crescere davvero e uscire dal limbo degli «adulti a metà». Martina vorrebbe non esserlo più, e invece ci si sente ancora tanto. Quando i suoi genitori mettono in vendita la casa in cui è stata bambina e l'invito al matrimonio di una vecchia amica riapre una porta sul suo passato, Martina vede crollare tutte le certezze. All'improvviso, oltre al bianco e al nero, esplodono i mille colori dell'arcobaleno e quelli che sembravano obiettivi essenziali perdono di significato. Martina scopre che, nel diventare adulti, si procede a tentoni, si commettono errori, ci si allontana dall'orizzonte e a volte lo si cambia proprio. Per questo, è importante godersi il viaggio più che concentrarsi solo sulla meta, sentirsi a casa più che scegliere in che casa abitare.

Recensione:

“Tutto nella norma” racconta la storia di una ragazza arrivata ai trentaquattro anni apparentemente con nulla di fatto in mano. Sente quest’età come una spada di Damocle sulla testa. I suoi coetanei si dividono in due fazioni: chi è sposato con figli, chi come lei cerca di stare a galla. È impegnata sentimentalmente con Gabriele, un uomo devoto al lavoro, è alla ricerca di una casa da comprare a Milano e desidera avere un figlio.
Troppa carne al fuoco per chiunque, soprattutto per Martina che vive tutto di petto e con noncurante voglia di procrastinare.
La goccia che fa traboccare il vaso della sua precaria quotidianità è la notizia della vendita della casa di famiglia a Roma. I suoi genitori, dopo vent’anni di separazione, decidono di vendere l’ultimo bene rimasto in comune mandando in crisi Martina che di quella casa ha fatto il suo punto fisso, l’unico luogo che sente suo. Questo evento sarà la causa scatenante dei suoi pensieri. Metterà in dubbio ogni cosa, ogni legame, perfino sé stessa. Riuscirà a ritrovarsi?

È la prima volta che sento parlare di Gaia Spizzichino. Non bazzico tantissimo su Instagram (mi limito ai miei fedelissimi account ormai familiari) ma quando ho cominciato a leggere il suo libro ho dato un’occhiata anche al suo mondo virtuale e devo dire che ho trovato lo stesso brio presente all’interno del libro. Attratta dalla trama e dalla copertina mi sono buttata a capofitto in una lettura “leggera” ed era proprio ciò di cui avevo bisogno. 
Gaia Spizzichino racconta con allegria e la giusta dose d’ironia la realtà di molti trentenni che si trovano ad affrontare battaglie quotidiane. In alcune parti mi ci sono ritrovata anche io, completamente. Credo che questa sia un’età spartiacque tra la leggerezza dei vent’anni e le responsabilità del mondo adulto. C’è chi si sposa, fa un mutuo e mette al mondo figli e chi guarda su internet il prossimo evento mondano del weekend. Non c’è un giusto o uno sbagliato. Ognuno va alla sua velocità e credo sia proprio questo il messaggio che l’autrice vuole mandare ai suoi lettori.

“Che fatica la vita. Da quando si è trasformata in una specie di gara?
Se è cosi, allora io non l’ho persa, mi hanno direttamente squalificata.”

Martina è una protagonista tutt’altro che perfetta, così come Valeria (la sua migliore amica), Fabrizio (il suo ex), Gabriele e tutti i personaggi che ruotano attorno a lei.
È un libro che racconta di chi prova a sopravvivere in un mondo che va ad una velocità supersonica dove bisogna essere dentro o fuori. Racconta la voglia di maternità e di trovare il proprio nido, un posto da chiamare casa. Anche se forse quattro mura non sono il luogo sicuro dove approdare, piuttosto dove trovare le persone che danno le sicurezze di cui si ha bisogno. 
La scrittura di Gaia è briosa e divertente. Racconta con leggerezza le preoccupazioni quotidiane che possono appartenere ad ognuno di noi. Forse in alcuni punti la trama è un po’ telefonata ma riesce nell’intento di intrattenere e far pensare con la giusta spensieratezza.
Consiglio questo libro a chi voglia di lasciarsi guidare da una storia senza pretese, da prendere così com’è, con il giusto grado di leggerezza che il libro merita. Sicuramente è una lettura che intrattiene e fa il suo dovere senza essere pretenzioso. Mi sono divertita molto leggendolo e lo consiglio volentieri.

Valutazione:

★★★/5

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