Come dividere una pesca - Noor Naga
Feltrinelli | 240 pag. | 17,10 € |
Trama:
Lei è un’americana laureata alla Columbia, lui un egiziano nato in un villaggio “che nessuno ha mai sentito nominare”. Si incontrano al Cairo in una stagione segnata dall’incertezza per il futuro, sei anni dopo la rivoluzione del 2011 che non è riuscita a portare il rinnovamento tanto sperato, e a partire da quel momento la loro vita non sarà più la stessa. La ragazza, figlia di egiziani benestanti emigrati negli Stati Uniti, è in cerca delle sue “radici”, come dice la madre in tono sprezzante, virgolettando la parola con le dita. Testa rasata, abiti mai abbastanza castigati, se ne va in giro per il Cairo senza velo, attirando la curiosità e spesso la riprovazione della gente. Il ragazzo, tanto povero quanto orgoglioso, ha documentato la rivoluzione con la macchina fotografica da cui non si separa mai e quando tutto è crollato, quando gli stranieri se ne sono andati abbandonando il paese al suo destino, è precipitato in una spirale di apatia che lo avvolge tuttora, complice l’abuso di sostanze. È allora possibile che la fragile relazione nata tra i due protagonisti senza nome li aiuti a ridare un indirizzo alla loro esistenza? O forse invece la distanza culturale rimarrà incolmabile? Come può una ragazza che si vantava di non piegarsi mai davanti alle ingiustizie tollerare il maschilismo e la violenza di un ragazzo ossessionato dalle proprie convinzioni? Con una scrittura immaginifica e sensuale, Noor Naga ci porta nel cuore di una metropoli brutale e caotica, tessendo una costruzione ardita che sfida la forma-romanzo fino a una risoluzione inaspettata. La tragedia di due mondi che si scontrano, una storia fatta più di domande che di risposte, dove la lingua, l’identità e la ricerca di un senso di appartenenza sono sempre in primo piano.
Recensione:
Ci troviamo in Egitto ai giorni nostri. I protagonisti sono una ragazza americana di origini egiziane che decide di andare a cercare le sue radici e un ragazzo di Shubra Khit che ha documentato la rivoluzione tanto povero quanto orgoglioso. I loro due mondo si incontrano (lo definirei più uno scontro) e può uscirne qualcosa di buono?
Noor Naga ci porta per le strade del Cairo. Ci porta nei vicoli impolverati, nei bar sotto il ponte, per le strade dove una donna con i capelli rasati a zero viene definita malata o prostituta. È un libro intenso che non parla solo dei rapporti personali tra persone ma tra ideologie e modi di vivere la vita completamente diversi. Non è detto che ne venga fuori qualcosa di buono.
Il libro è strutturato in tre parti e ogni breve capitolo è visto in modo alternato dal punto di vista dei due protagonisti.
La prima parte comincia con una domanda retorica come titolo, la seconda parte direttamente con la storia e la terza è un tirare le somme per rielaborare i contenuti. Si, mi rendo conto che spiegato così potrebbe non avere un grande senso ma solo una volta terminato il libro il quadro sarà completo.
È cominciata come una lettura promettente, è finita con grande perplessità. Non so se dare del genio all’autrice o darle dell’astuta perché la parte finale ha in qualche modo dato un senso a buona parte del libro.
A parer mio non è una lettura convenzionale. Forse troppo “metafisica” per me che preferisco letture più semplici, strutturate nel modo classico.
Qui non si empatizza con i personaggi, non ci si immerge in un’amorevole storia d’amore. Qui l’amore non c’è. È la storia di due ragazzi sopravvissuti ai loro problemi che trovano un modo per sopravvivere..e quel modo non è necessariamente il più lecito.
A distanza di qualche ora dalla fine della lettura guardo la copertina (a mio parere bellissima) e mi chiedo cosa pensavo o speravo di trovarci. Niente di tutto ciò che ho letto, la risposta è semplice.
Mi è piaciuto? A tratti.
Lo consiglio? Si, se si vuole leggere una storia per niente convenzionale ..perché la trama che viene raccontata nella quarta di copertina non rispecchia minimamente la complessità racchiusa in queste 270 pagine. Potrebbe essere un mio limite, sicuramente lo è, perché mi aspettavo qualcosa di diverso.
Nonostante ciò ripensando al tutto non mi sento di bocciarlo, lo classifico semplicemente come un libro non nelle mie corde.
Sono sicura che troverà lettori che sapranno apprezzarlo più di me, occhi più entusiastici e cuori pronti a prendersi carico dell’intensità dei protagonisti.
Valutazione:
★★/5
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