Racconto di una lettrice ordinaria.




Come fai a leggere così tanto? 
Ma non ti annoi?
Ma tutti i libri che hai li hai letti?

Quante volte vi siete sentiti fare queste domande? Quante volte è capitato che vi dicessero queste cose? A me spesso e ogni volta rispondevo con un sorrisetto forzato e una scrollata di spalle. 
Spesso i lettori sono visti come persone asociali, intellettuali e solitarie. Talvolta è vero. È più semplice e genuino rimanere in compagnia dei personaggi stampati su carta piuttosto che con delle persone in carne ed ossa.

Io ho cominciato a leggere circa all’età di sette anni. Ricordo con chiarezza il mio primo libro. Era una copia sgualcita della biblioteca della mia scuola “speciale violante”. Ho letteralmente amato ogni personaggio e la vicenda. L’ho amato a tal punto che da grande me ne sono comprata una copia che conservo gelosamente in libreria. Poi è stato il turno della quadrilogia di Nina. Lei e i suoi quattro amici mi hanno tenuto compagnia e fatto incuriosire a tal punto che l’alchimia è diventata praticamente il mio lavoro. 
Crescendo poi mi sono imbattuta in libri sempre più accattivanti. Sono passata dalle avventure di Tom Sawyer a quelle di Geronimo Stilton fino a quando non sono diventata abbastanza grande da innamorarmi di Darcy e Rhett. E che possiamo dire ancora? Che si sono susseguiti altri amori platonici, sono arrivati altri personaggi che sono diventati parte di me. Ci sono stati altri libri che mi hanno cambiata e forgiata come lettrice. “Anna Karenina” è uno di essi. Dopo averlo letto non sono stata più la stessa. Ha cambiato i miei gusti in fatto di lettura. È difficile elencare tutti i libri che mi sono piaciuti e non voglio nemmeno farlo. Verrebbe fuori un lungo elenco che potrebbe annoiare e basta.

Eccomi qui. Per la prima volta ci metto la faccia, nonostante la timidezza e la paura di annoiare chiunque passi per il mio blog. Eccomi qui con cinque dei libri che mai potranno mancare nella mia libreria. Racchiudono ciò che sono e ciò che mi hanno fatto diventare. 
È stato difficile scegliere (le mie braccia non riuscivano a sostenerne altri, diciamoci la verità!) e sono sicura di aver fatto torto a tantissimi altri libri che ho in libreria ( Harry Potter, ad esempio!).
Leggendo ho scoperto che mi piace scrivere e parlare di ciò che leggo, di ciò che mi appassiona. Ed è proprio per questo che è nato il mio blog. Una panchina su Pemberley mi ricorda tanto la brughiera inglese, il luogo dove Darcy ed Elizabeth si ritrovano e si capiscono ed io, spettatrice silenziosa, da quella panchina ho osservato tutto.
Ogni cosa che trovate qui sono io. Pregi e difetti, soprattutto i difetti! 
Non sono sempre di parte e quando un libro non mi appassiona ne parlo male. Per fortuna non succede spesso e la pila dei libri "ferma porta" è sempre inferiore rispetto a quelli che mi sono piaciuti. Non faccio le orecchie ai libri e uso qualsiasi cosa mi capiti tra le mani come segnalibro (gli scontrini vanno per la maggiore). Non pianifico mai le letture perché spesso prendo i libri in biblioteca e li leggo mano a mano che arrivano. Compro libri usati (Libraccio è la mia seconda casa) e rivendo quelli che non mi interessa tenere. Non riesco a leggere con la musica nelle cuffie ma anche se attorno a me c’è un caos pazzesco riesco ad isolarmi e a concentrarmi sulla lettura, per questo motivo riesco a leggere nei tempi morti di attesa. Sono convinta che  Il libro più bello deve ancora arrivare perché spero sempre che la prossima lettura possa piacermi più della precedente! Ho un quaderno dove trascrivo i libri che leggo ogni anno e un’agenda dove racconto le letture più belle e scrivo i passi che mi sono piaciuti di più e che non voglio dimenticare.

Credo di aver detto tanto di me da non lasciare più spazio all’immaginazione. Ecco chi c’è dietro a questo blog. Ecco chi, con i mezzi che ha, prova in tutti i modi a raccontare ciò che prova leggendo. 
Mi sono dilungata troppo e ringrazio chiunque sia arrivato fino a queste righe finali!
Vi lascio con un passo tratto dall’intervista fatta ad una donna che ammiro molto, anch’essa lettrice forte e giornalista incredibile. È un passo che - credo - descriva perfettamente ogni lettore. Io mi ci rivedo completamente.


"Non so adeguarmi ad una stanza senza libri.
Quando sono in una stanza senza libri mi sembra d'essere in una stanza vuota.
A casa mia non esistono stanze senza libri: né a Firenze né a New York. 
Li tengo anche in cucina, nei corridoi, naturalmente nel living-room e in camera da letto dove le scaffalature occupano l'intera parete davanti al mio giaciglio. Così quando mi addormento e quando mi sveglio li vedo come quando ero bambina.
Amo i libri anche fisicamente: quali oggetti.
Mi piace guardarli, toccarli, sfogliarli.
E non riesco mai a buttarli via".


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