Pioggia sottile - Luis Landero
Fazi Editore | 236 pag. | 18,59 € |
Trama:
A Madrid vive una famiglia come tante: una madre vedova ormai anziana, tre figli adulti. La madre fra poco compirà ottant’anni e, per l’occasione, l’unico figlio maschio vuole organizzare un pranzo che riunisca tutti. Ma le sorelle non ci stanno: ha forse dimenticato che non si parlano più da mesi? In effetti, a ben guardare la situazione è tutt’altro che idilliaca. Nel tempo, malumori e risentimenti di ogni sorta hanno logorato i rapporti, in un groviglio di accuse reciproche che sembra inestricabile: la gelosia fra le due figlie, il loro comune rancore verso il fratello, ma anche verso la madre, colpevole di aver sempre preferito lui. All’annuncio di questo pranzo imminente, i problemi tornano a galla e ognuna delle donne di famiglia cerca un’alleata in Aurora, l’irreprensibile nuora e cognata che suo malgrado è diventata la confidente di tutti ed è costretta a trascorrere le giornate al telefono ascoltando le loro lamentele. Cosa che comincia a pesarle più di quanto potesse immaginare… Si può parlare di tutto con i propri cari? Nessun racconto è innocente, tantomeno lo è quello che ci raccontiamo sulla nostra famiglia.
Recensione:
Quando ho preso in mano questo libro mai avrei pensato di trovare al suo interno una storia così impegnativa. Immaginavo di leggere il classico dramma familiare che nasce dalle cose non dette, dai silenzi più eloquenti di grandi discorsi, dai comportamenti sbagliati che provocano conseguenze.
In 236 pagine Luis Landero sprigiona il peggior dramma familiare immaginabile e l’impossibilità di ricongiungimento. Racconta di una famiglia divisa da muri spessi e invalicabili dove ogni membro ha un unico denominatore comune: Aurora. Cognata, moglie e nuora è l’unica in grado di ascoltare pazientemente ogni versione della storia. Nessuno si chiede se è stanca di stare al telefono, di ascoltare discorsi pieni di rabbia, tristezza e desolazione. Ogni personaggio racchiuso nella sua aura di egoismo vomita addosso ad Aurora ogni cosa senza immaginare le conseguenze di tutto ciò.
Aurora è stanca ma tenace. Ascolta tutti anche se nessuno ascolta i suoi di drammi. A partire dal suo matrimonio con Gabriel, il più piccolo tra i fratelli e apparentemente il preferito. Lei è la dolce e paziente “Aurorita” che ha i suoi problemi ma può metterli da parte per gli altri. È una madre stanca, che lotta da sola per la sua famiglia e che non ne può più dei discorsi filosofeggianti del marito. Non ne può più di sentirsi sola a combattere una guerra più grande di lei. È una donna che si trova intrappolata in tutti quei pensieri, in tutto quell’astio e non sa cosa dire se non “mi dispiace”.
È legata a una famiglia disfunzionale che ha smesso di essere unita dopo la morte del padre di Sonia, Andrea e Gabriel. La madre si è trovata tutte le responsabilità sulle spalle e la necessità di mandare avanti quel che rimaneva della sua famiglia.
Le figlie di lei dicono di tutto e nessuna parola che esce dalle loro labbra ha un che di dolce. Dicono di lei che è fredda, che ha spento i loro sogni di giovinezza sin da piccole. L’unico che ha conservato la sua fanciullezza e che ha avuto tutte le possibilità pare fosse Gabriel, il figlio prediletto e l’unico maschio. Pare che abbia forzato il destino di Sonia, la più grande, e che abbia ridimensionato Andrea dal carattere troppo iracondo e vulnerabile.
Ma è tutto vero?
Perché a sentire tutti gli attori di questo dramma non sembrerebbe così. I fatti vengono raccontati da ognuno di loro e poco sembra combaciare, tutto sembra il contrario di tutto.
Il risultato? Un libro denso di emotività. I fatti narrati sono pochi e pressoché gli stessi ma vengono visti di volta in volta sotto una luce diversa. 236 pagine di discorsi al telefono e narrazioni del passato.
Luis Landero ha una prosa incredibile, una scrittura che prende e per quanto i fatti narrati siano emotivamente provanti il libro scivola via in pochissimo tempo. Ci vuole poco per capire lo stile narrativo e per entrare in empatia con Aurora, l’unica martire in una storia piena di tristezza.
Il libro mi è piaciuto? Girata l’ultima pagina è difficile dire che questo genere di libri possa piacere, l’ho sicuramente apprezzato.
Non è uno di quei libri che va letto alla leggera, così tanto per riempire i pomeriggi. È un libro che fa riflettere, fa pensare a se stessi e ai rapporti umani dove basta una parola non detta, una verità tenuta segreta per rovinare tutto.
Se solo si parlasse un po’ di più..
Valutazione:
★★★/5
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