Il grido della rosa - Alice Basso
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 303
Prezzo: 16,90 €
Trama:
Torino, 1935. Mancano poche settimane all'uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei. Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi. Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell'Impero. E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l'è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.
Recensione:
- POICHÉ È IL SECONDO LIBRO DI UNA SERIE POTREBBERO ESSERCI SPOILER -
Sono passati due mesi dalla prima indagine di Sebastiano e Anita. Il calore estivo infiamma Torino e il matrimonio di Anita è sempre più vicino. Quattro mesi, le ricorda spesso la madre Mariele. La ragazza freme all’idea di sposarsi? Non più di tanto. Sa che Corrado è un ragazzo per bene, meglio di molti in circolazione, ma l’idea di mettere al mondo sei figli non la entusiasma per niente.
È per questo che si ritrova nella redazione di “Saturnalia” come dattilografa. In una stanzina piccina con Sebastiano, uomo di origine ebrea colto ed intelligente, un uomo che non si fa affascinare dal regime e anzi lo ripudia.
I due vanno d’accordo. Dopo un’iniziale incomprensione si ritrovano complici e anche in questo libro è così. Forse troppo complici se si pensa che entrambi sono fidanzati. Sebastiano e Anita cercano di nasconderlo ma certi sguardi sono più eloquenti di grandi discorsi e dentro di loro sanno, sanno tutto ma non vogliono ammetterlo ad alta voce.
In questo secondo libro troviamo i due protagonisti ( ma non solo) volenterosi di far luce sulla morte di Gioia, una ragazza sordomuta, trovata morta davanti all’ingresso della villa di una facoltosa coppia che ha preso in adozione il figlio che lei non poteva crescere.
Tutto viene insabbiato velocemente, viene dimenticato..non da tutti però. Perché sarà la migliore amica di Gioia, Diana, a chiedere aiuto. Perché la sua migliore amica non si sarebbe mai tolta la vita come tutti dicono.
Ed è così che inizia una nuova avventura per Sebastiano, Anita e i loro amici Candida, Clara e Julian.
Questo libro mi è piaciuto molto. Il ritmo sin da subito mi ha tenuta incollata alle pagine. Finalmente leggiamo anche il punto di vista di Sebastiano, i suoi pensieri, viviamo le azioni attraverso i suoi occhi. Capiamo di più questo ragazzo buono e molto protettivo.
Nell’insieme vediamo anche più Anita. C’è una crescita del personaggio. Non è più solo la ragazza carina e bella da vedere. Il lavoro in redazione le apre gli occhi, le fa vedere il mondo sotto una luce diversa e impara tante cose che mette in pratica nella vita reale.
Si può dire che la conduzione dell’indagine e la sua svolta sono nelle mani della ragazza e gli altri protagonisti sono solo un aiuto. Un via vai di persone che aiuta Anita a mettere insieme i pezzi del puzzle che ha di fronte.
La storia è interessante perché mette in luce le condizioni delle ragazze che lavoravano nelle case chiuse. Racconta la loro non - dignità, quanto fossero poco importanti per la comunità se non il semplice sfogo di uomini che non potevano farlo a casa.
Questo libro racconta lo specchio della società nel 1935 dove la donna era vista in due modi: di buona famiglia o prostituta. Madre di figli del regime o oggetto di desiderio. Per la prima era tutto garantito per la seconda niente.
“Ma verrà il giorno in cui una donna potrà mettersi il rossetto e fumare per strada e soprattutto aiutare un’altra donna senza sentirsi dare della prostituta.”
Con leggerezza e simpatia Alice Basso tocca dei temi importanti che dovremmo tenere a mente tutti nonostante i tempi siano cambiati.
Femminismo, solidarietà e giustizia. Tre parole cardine in una storia avvincente, simpatica e con la giusta dose di suspense.
Riusciranno Sebastiano e Anita, sempre più vicini e complici, a trovare la loro strada senza tormentarsi?
In un’Italia vicina al secondo conflitto mondiale i nostri protagonisti, lontani dalle idee fasciste devono vivere parlando sotto voce, mormorando per non farsi sentire, muovendosi cauti per non essere scoperti.
Mi è piaciuto molto questo libro. La sua ambientazionee la situazione costante e critica nella quale si trovano i protagonisti. Rende tutto più interessante e avvincente. E, diciamocelo, anche la piccola sfumatura rosa rende la storia più intrigante. Perché sappiamo che Anita e Sebastiano starebbero bene assieme ma tutto rema contro di loro.
Il libro finisce con un colpo si scena e quindi non mi resta che leggere il terzo!
Valutazione:
★★★★/5
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