Perché non riusciamo a dimenticare Romy Schneider
Arrivo con un po’ di ritardo ma questa volta non riesco a trattenermi dal dare la mia opinione non richiesta. Dopo aver finito di vedere la serie firmata Netflix “L’Imperatrice” non riesco a stare zitta ed è inevitabile abbandonarsi a una riflessione.
È un periodo “fortunato” per coloro che sono appassionati di Sissi. L’inverno scorso è andata in onda su Canale Cinque una serie dedicata a lei, a breve uscirà un film nelle sale italiane (la cui locandina fa già discutere per me) e da poco Netflix ci ha intrattenuto con questa miniserie da 6 puntate che lascia discutere.
Come sempre ci sono pareri discordanti. C’è chi l’ha adorata, c’è chi non l’ha guardata e poi ci sono io che con occhio critico ho osservato ogni scena, ho riso a volte e altrettante sono rimasta basita.
Dopo aver visto l’ultima puntata mi sono chiesta: perché non riusciamo a dimenticare Romy Schneider e i tre film che l’hanno resa celebre nel ruolo di Sissi?
Perché non ci togliamo dalla testa alcune frasi, alcuni pezzi o fatti di quei film?
Parliamoci chiaro, i film non sono certo accurati a livello storico. Ci sono delle scene anacronistiche e dei fatti che non sono avvenuti nella realtà. Eppure la pellicola funziona, funziona a tal punto che il paragone diventa necessario.
Non parlo tanto della scelta degli attori della serie perché ad essere sincera mi sono piaciuti, ma tutto ciò che li circonda stride completamente con ciò che ho letto in diverse biografie. Possiamo tralasciare le ambientazioni riprese al computer (sebbene la trilogia della Schneider fosse più accurata), possiamo tralasciare alcune “licenze” poetiche per rendere più appetitoso e piacevole lo sceneggiato. Fuorviare completamente la realtà però mi sembra eccessivo e con questo parlo dei festini che l’arciduca Massimiliano, fratello di Franz, avrebbe dato alla corte di Vienna e ai quali Sissi avrebbe partecipato andando poi in giro sbronza per i corridoi della Hofburg. Ma le licenze poetiche non si fermano qui. Vogliamo parlare della paternità dubbia di Franz? O del colpo di stato che l’arciduca Massimiliano avrebbe indetto contro suo fratello?
Io pensavo che lo sceneggiato su Canale Cinque avesse toccato livelli assurdi, ma qui rasentiamo il ridicolo. Non voglio essere la solita bacchettona appassionata di storia che si indigna di fronte ad un prodotto di dubbio gusto, ma qui si stravolge completamente la realtà.
È un vero peccato per chi è realmente appassionato. Poteva essere un bel modo per celebrare la figura di Sissi e per conoscere meglio le dinamiche che si celavano dietro la corte asburgica. Poteva essere anche un modo per incuriosire chi non è particolarmente interessato all’argomento.
Purtroppo è l’ennesima occasione mancata per produrre qualcosa di buono e, da come sembra, ci sarà anche una seconda stagione. Onestamente non so cosa aspettarmi.. ma in questi casi ho imparato a non stupirmi più di nulla.
Ad oggi per me lo sceneggiato, firmato Rai, che vede Cristiana Capotondi vestire i panni dell’Imperatrice d’Austria è quello che più si avvicina alla realtà storica. Ci sono i dissapori con la suocera nonché zia Sofia, le discussioni con Franz per il diverso stile di vita, le gravidanze e la questione ungherese. Sebbene anche qui siano presenti delle licenze poetiche, al netto di tutto ciò che ho visto fino ad oggi è quello più verosimile.
Si è detto tanto, forse anche troppo. È la semplice opinione di una persona che si interessa ai fatti storici, che ha l’elasticità mentale di capire che la realtà non sempre è intrigante, che per rendere buono un prodotto bisogna giocare d’astuzia ma davanti a certe scene non riesco ad essere così flessibile. Preferisco di gran lunga Romy Schneider che corre per i corridoi della Hofburg in vestaglia e piomba nell’ufficio di Franz pieno di consiglieri per dirgli che è in dolce attesa. Oppure preferisco pensare alla scena in cui sono in montagna e lei dice “Franz è pieno di camosci!” per poi rimanere a dormire in incognito in una baita sperduta. Forse è la genuinità che rende tutto più bello e apprezzabile. La classe, la spontaneità e l’amore che quei Sissi e Franz hanno trasmesso al grande schermo.
Quei Sissi e Franz che ai miei occhi, con tutte le loro imperfezioni, restano i migliori.
mi permetto di dissentire: non rasenta il ridicolo, lo supera abbondantemente ed è una boiata pazzesca. Inguardabile.
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