Un amore partigiano - Iole Mancini Concetto Vecchio


Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 220
Prezzo: 18,00 €

Trama:

Iole Mancini e il marito Ernesto Borghesi, entrambi partigiani nei Gap, combattono i nazifascisti nella Roma occupata. Ernesto è coinvolto nel fallito attentato a Vittorio Mussolini, il secondogenito del Duce, il 7 aprile 1944; Iole viene reclusa nella prigione di via Tasso, uno dei simboli più feroci dell'occupazione nazista nella Capitale. Interrogata a più riprese da Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, non tradisce Ernesto né i suoi compagni. Divisi l'uno dall'altra sfuggono romanzescamente alla morte. Poi la guerra finisce ma le cose non vanno come Iole le aveva immaginate. Come fare i conti con un destino ostile? A centodue anni Iole racconta con parole piene di commozione una storia d’amore e di resistenza alle avversità della vita.

Recensione:

“ Lo faccio per Ernesto, ero una ragazza semplice e lui mi ha insegnato a vedere lontano” risponde. “E poi i giovani devono capire cos’è una dittatura, che può sempre tornare, sotto altre forme. Non immaginano neanche minimamente quel che abbiamo patito nei nove mesi dell’occupazione nazifascista. Che tempo infame!”

Chiudo questo libro rendendomi conto che solo grazie a chi ha avuto coraggio prima di noi oggi possiamo esprimere le nostre opinioni. Che esiste uno spaccato di storia non troppo lontano dove la gente non poteva avere un suo pensiero, dove la libertà non esisteva, dove c'era il mercato nero per mangiare qualcosa di commestibile, dove c'erano posti di blocco ovunque e la paura era diventata una vecchia amica.
I partigiani, coloro che si sono opposti al regime fascista e nazista sono i veri eroi della storia contemporanea. A volte messi da parte, a volte dimenticati o nemmeno nominati.
Era questo l'intento di Iole Mancini e Concetto Vecchio. Lei partigiana, lui giornalista. È attraverso la memoria della donna (102 anni) che lui è riuscito a ricostruire e a portare a galla la storia di Roma durante l'occupazione nazifascista in attesa che arrivassero gli alleati.
Il libro, presentato come il racconto della storia d'amore di Ernesto e Iole, due partigiani che hanno lottato per la libertà della loro città, in realtà non è altro che la storia di tanti partigiani. Di uomini e donne che combattevano per lo stesso ideale. Che hanno lottato per esso perdendo anche la vita per ciò in cui credevano.
Mi è piaciuto? Tantissimo.
Era quello che mi aspettavo? Assolutamente no.
Mi è piaciuto perché i fatti storici hanno sempre avuto un certo fascino per me. Perché quegli anni difficili sono stati raccontati con dovizia di particolari, attraverso un profondo studio da parte del giornalista.
Non era ciò che mi aspettavo perché credevo di trovare molti più dettagli intimi della storia tra Ernesto e Iole. Viene raccontato poco del loro amore, di come stavano mentre lottavano, di cosa provava lei sapendo il marito in pericolo. La narrazione si limita ai fatti realmente accaduti tessuti assieme attraverso le notizie ricavate da diversi libri dell'epoca. Da una parte mi dispiace, avrei voluto che si fosse sentita molto di più la voce di Iole mentre dall'altra sono rimasta affascinata dalla rete intessuta dai partigiani e di come sono riusciti a farcela, di quanto hanno sofferto e di quanto fermamente credevano nei loro ideali arrivando pure a morire per essi.
Sono loro gli eroi che ci hanno salvato. Sono loro che hanno creduto ad un'Italia libera dalla dittatura. Alcuni di essi avranno anche posizioni politiche importanti (Sandro Pertini, uno fra essi). Altri vengono ricordati dai libri di storia che sarebbe bene spolverare di tanto in tanto.
Nonostante il suo contenuto non sia esattamente ciò che ci si aspetta lo consiglio caldamente. Lo consiglio perché è bene rinfrescare la memoria, ricordare ciò che i nostri predecessori hanno vissuto e ciò che hanno ottenuto combattendo. 
Perché Iole ha ragione, non bisogna mai dimenticare ciò che è successo. 

Valutazione:

★★★★/5

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