Il cielo sbagliato - Silvia Truzzi
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 384
Prezzo: 18,00 €
Trama:
Mantova, 1918. Nel giorno dell'armistizio della Grande Guerra due bambine vengono al mondo a poche ore di distanza. Dora in una poverissima casa vicino al lungolago, già orfana perché sua madre muore di parto e suo padre è un soldato disperso. Qualche ora dopo nasce Irene, l'ultimogenita dei marchesi Cavriani, famiglia dell'antica nobiltà cittadina. Le due bambine crescono - una tra la fame e la miseria dei vicoli, l'altra negli agi del palazzo che porta il nome della sua famiglia - e si incontrano ogni domenica sul sagrato di Sant'Andrea. Dora chiede l'elemosina e nella sua mano la piccola Irene deposita un soldo e un sorriso di solidarietà e compassione. Gli anni passano e mentre il Fascismo si fa regime, e insanguina le strade della città, due vite destinate a rimanere separate da un'insormontabile differenza di classe si incrociano di nuovo. La sorte che ha portato Dora nella casa borghese della famiglia Benedini, dove è stata accolta e ha ricevuto un'istruzione, le ha fatto dono di una bellezza fuori del comune che fa girare la testa agli uomini. Tra loro c'è anche il timido Eugenio, figlio dei ricchissimi Arrivabene e cognato di Irene. Sfidando l'ostilità delle famiglie, Dora si fidanza in segreto con Eugenio ma il bel mondo che comincia a spalancarsi davanti ai suoi occhi ha in serbo per lei molte sorprese: in una girandola di splendidi vestiti, ricevimenti e intrighi, Dora dovrà difendere tutto ciò che ha conquistato con tanta fatica. Con il ritmo narrativo di un romanzo storico, "Il cielo sbagliato" è un affresco sul desiderio di emancipazione. E sul prezzo da pagare per varcare la porta di un mondo che una bimba con i vestiti strappati non avrebbe mai immaginato di sfiorare.
Recensione:
Le emozioni che ho provato durante la lettura sono molteplici.
La protagonista è Dora, una bambina che non nasce in una famiglia pronta ad accoglierla. Sua madre muore di parto, suo padre è un disertore della Prima Guerra Mondiale e sua nonna troppo povera per avere tempo e risorse per starle dietro. I primi anni della sua vita li passa con una famiglia non sua grazie alla benevolenza di un'amica d'infanzia di sua madre. Ad un certo punto è costretta a tornare dalla nonna e comincia a chiedere l'elemosina e a raccattare qualche soldo come riesce.
La sua fortuna è quella di essere accolta dalla famiglia Benedini per diventare una cameriera. Le circostanze però la porteranno a diventare quasi un familiare per il padrone di casa, per le figlie e la zia nubile.
Comincia così una nuova vita per Dora e questa volta la ragazza decide di non sprecare un'occasione così importante.
Cresce assieme alle sorelle Benedini e a mano a mano che il tempo passa Dora diventa sempre più bella, di una bellezza che lascia senza parole e che colpisce Eugenio, un aspirante medico di una facoltosa e ricca famiglia.
Dora non è innamorata di lui ma sa che è un buon matrimonio, un'unione che una come lei non può nemmeno sognare. Decide di sposarlo perché è buono, ricco e sa che non le farà mai del male.
Non ho apprezzato sempre la protagonista, seppure posso capire per certi aspetti il suo punto di vista. Mi è piaciuto l'insieme. Mi è piaciuto il modo con il quale l'autrice ha narrato fatti storici perfettamente fusi con la trama. Inizialmente un semplice accenno qua e là, poi sempre più importanti e concatenati con la vita dei personaggi della trama.
La scrittura di Silvia Truzzi è scorrevole ed accattivante. La prima parte della storia è triste perché racconta la condizione disperata nella quale versa la bambina. A mano a mano che si procede con la trama si fa il tifo per quella bimba che riesce a riscattarsi e a crescere. Ad un certo punto si resta perplessi dal suo atteggiamento da donna adulta. Dopo aver vissuto nella miseria e nel tormento si trastulla nella bambagia e ricchezza. È quasi fastidiosa a tratti e frivola. Perché? Perché non si può conservare il peggio per farne qualcosa di buono?
Dora è un'arrivista e punta tutto sulla sua bellezza per ottenere quello che vuole. Anche un uomo innamorato di lei e che non merita assolutamente.
Quella bellezza però è un'arma a doppio taglio che rischia di metterla in guai seri, più di quanto lei possa immaginare.
A fare da sfondo è la bellissima Mantova descritta con dovizia di particolari. Palazzo Te, la storia dei Gonzaga, la statua di Virgilio che viene inaugurata..tutto fa pensare ad uno studio minuzioso della scrittrice ed effettivamente nei ringraziamenti si leggerà questo.
Ho letto tanti libri ambientati prima/durante/ dopo la seconda Guerra Mondiale. Cosa differenzia questo libro dagli altri Che? Che i fatti storici sono narrati in parte, che non entrano prepotenti nella trama nonostante influenzino le scelte dei personaggi. Che la città in questione è Mantova e quindi si legge come la città ha vissuto il fascismo, l'invasione e la guerra. Perché a volte si è accennato ed è stato sufficiente a far capire ciò che avviene. Perché i fatti storici non sono i protagonisti di questo libro. È Dora, così come Irene, Ercole, Rosa, Nevio, Dino e tantissimi altri personaggi di questo libro. Ognuno di essi è caratterizzato bene, così bene che alcuni di loro li si ama, altri li si odia e per altri si prova compassione.
In questa lettura si può trovare davvero tanto e trecento pagine sembrano poche. Forse sarebbe servito qualche capitolo in più per definire meglio le situazioni.
Dora mi ha ricordato molto Rossella O'Hara (la versione cinematografica , quella cartacea mi aspetta in libreria) e il finale sembra così aperto che potrebbe esserci un seguito, o forse no. Chissà.
La mia impressione resta buona, nonostante Dora non sia il tipo di donna che più apprezzo. Ammiro la sua tenacia e la sua forza, nient'altro. Poteva essere molto di più.
Consiglio questo libro a chi apprezza personaggi tosti ma non sempre retti e a chi è affascinato dal periodo storico, perché anche in questo libro c'è chi lotta per salvare delle povere persone innocenti.
Valutazione:
★★★★/5
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