I Goldbaum - Natasha Solomons


Casa editrice: Neri Pozza
Pagine: 478
Prezzo:17,10 €

Trama:

Vienna, 1911. Sulla Heugasse, costruito con la pietra bianca più bella d’Austria, sorge il palazzo dei Goldbaum, una famiglia di influenti banchieri ebrei. In città si dice che siano così ricchi e potenti che, nelle giornate uggiose, noleggino il sole perché brilli per loro. Ben poco accade, dentro e fuori la capitale, su cui non abbiano voce in capitolo, e meno ancora senza che ne siano a conoscenza. Persino nei fastosi palazzi di Casa d’Asburgo.
Rinomati collezionisti di opere d’arte, mobili di squisita fattura, ville e castelli in cui esporli, gioielli, uova Fabergé, automobili, cavalli da corsa e debiti di primi ministri, i Goldbaum, com’è costume delle cosmopolite dinastie reali d’Europa, si sposano tra loro. Perché gli uomini Goldbaum continuino a essere ricchi e influenti banchieri è necessario, infatti, che le donne Goldbaum sposino uomini Goldbaum e producano piccoli Goldbaum.
Anche la giovane, ribelle Greta Goldbaum deve rassegnarsi alla tradizione di famiglia e dire addio alle sue scapestrate frequentazioni nella ribollente Vienna del primo decennio del Novecento, sposando Albert Goldbaum, un cugino del ramo inglese della famiglia.
Per una ragazza della sua estrazione sociale il matrimonio è una delle spiacevolezze della vita da affrontare prima o poi, e con questo spirito Greta lascia Vienna per la piovosa Inghilterra.
A Temple Court, dove si trasferisce, la ragazza si sente estranea persino a se stessa: la nuova famiglia la tratta con rispetto, la servitù con deferenza e Albert è cortese e sollecito. Ma la sua presenza riesce a essere opprimente come una coperta pesante in una nottata troppo calda, e tra i due giovani si instaura una gelida, sottile antipatia. Al punto che Lady Goldbaum, la madre di Albert, decide di donare alla ragazza un centinaio di acri come dono di nozze, un giardino dove sentirsi finalmente libera da ogni costrizione.
Alla silenziosa contesa di Temple Court si aggiunge, però, il fragore di ben altro conflitto: la prima guerra mondiale, il tragico evento che spazzerà via l’intero vecchio ordine su cui l’Europa si era retta per secoli. La corsa agli armamenti è tale che persino gli influenti Goldbaum, benché abituati a lavorare con discrezione dietro le quinte dei governi e delle dinastie reali, non possono alterarne il corso. Per la prima volta in duecento anni, la famiglia si troverà su fronti opposti e Greta dovrà scegliere: la famiglia che ha creato in Inghilterra o quella che è stata costretta a lasciare in Austria.
Attraverso pagine d’inconsueta bellezza Natasha Solomons dona al lettore una struggente storia d’amore e al contempo getta uno sguardo nuovo sulla complessità dell’identità ebraica all’inizio del XX secolo e sul ruolo delle banche nei finanziamenti alla causa bellica.

Recensione:

«Si può stabilire lo status di un uomo dal numero delle piante del suo giardino: 10.000 per un gentiluomo di campagna, 20.000 per un baronetto, 30.000 per un conte e 50.000 per un duca, ma 60.000 per un Goldbaum.» 
Detto popolare

I Goldbaum sono una famiglia ebrea che si divide in cinque rami esattamente come i cinque fratelli mandati nelle più grandi nazioni per fondare una banca. Di generazione in generazione di sposano tra di loro per consolidare legami e amicizie. Perfino l’irriverente Greta, del ramo austriaco, deve inchinarsi alla volontà del padre sposare un cugino del ramo inglese. Decisione sbagliata all’apparenza. L’unione non comincia con i migliori auspici. Greta e Albert non possono essere più diversi. Lui remissivo, discreto ed educato, il perfetto gentleman inglese. Lei libera, sfacciata, sincera e sprezzante nei confronti delle regole. Come possono due mondi così diversi incontrarsi e fondersi? Semplicemente non ci riescono. Il primo anno di matrimonio è freddo, inconcludente e  infelice. Si accorgono tutti che forse questa scelta non è stata la migliore e per rimediare Lady Gouldman regala alla nuora un giardino tutto suo dove poter esprimere tutta se stessa, dove le regole le detta lei. Funziona, quel regalo aiuta davvero Greta e in qualche modo la avvicina ad Albert. Nel frattempo il resto del mondo continua ad andare avanti e nuovi scontri si profilano all’orizzonte. Il primo conflitto mondiale è alle porte e costringerà anche i diversi rami della famiglia Goldbaum a schierarsi l’uno contro l’altro. Anche Greta, austriaca di nascita ed inglese di matrimonio deve fare la sua scelta e non sarà per niente facile.
Natasha  Solomons descrive in modo semplice e allo stesso tempo diretto. La sua scrittura è asciutta, priva di elementi in più, controllata e posata e proprio per questo la lettura è risultata gradevole e per niente noiosa. Riesce a raccontare di un matrimonio fallimentare, di una storia d’amore proibita, di tragedie e di politica con una semplicità incredibile. Passa da un argomento all’altro capitolo dopo capitolo con facilità. Caratterizza i personaggi in modo impeccabile, dall’inglese Albert al cugino francese Henri e ognuno ldi essi ha un tratto distintivo tutto suo. 
Il personaggio che mi è piaciuto di più? Albert senza ombra di dubbio. Gentile, educato e sempre rispettoso nei confronti di Greta anche se a volte la moglie non si merita tanta eleganza. Si dimostra interessato da subito al suo benessere ma viene respinto dalla giovane donna in malo modo, senza aver nemmeno avuto la possibilità di farsi comprendere. Anche con il passare del tempo, quando le cose tra loro un po’ si aggiustano Albert dimostra un amore incondizionato nei confronti della moglie anche quando lei si dimostra egoista.
Il personaggio che mi è piaciuto meno? Greta. A volte è troppo irriverente e incentrata solo si se stessa. Ha sprazzi di comprensione ed amore che durano troppo poco. Anche quando arriva la guerra, anche quando suo marito è chiamato a rispondere al suo dovere.
Nel complesso però ciascun personaggio migliora nella narrazione per lasciare il lettore con un leggero sorriso alla fine della lettura. 
Questo libro mi è piaciuto molto perché ho trovato dentro ciò che più mi piace: elemento storico e narrazione fusi in modo perfetto. Non troppo lezioso, il giusto equilibrio tra le sue caratteristiche. Lo consiglio a tutti coloro che vogliono immergersi in una bella storia emozionante dove non mancano colpi di scena.
 
«I Goldbaum non avevano il potere di porre fine alla guerra, ma di certo potevano ancora evocare la primavera anche sotto la neve»

Valutazione:

★★★★/ 5

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