Donne di spade - Cinzia Tani


Casa editrice: Mondadori
Pagine: 395
Prezzo: 20,00 €

Trama: 

Bellissime, anticonformiste, spregiudicate, le donne di spade di questo nuovo avvincente romanzo di Cinzia Tani - secondo volume di una trilogia dedicata agli Asburgo -conquistano la scena muovendosi tra le maglie di un secolo, il Cinquecento, che sembra consacrato unicamente  alla glorificazione di cavalieri, principi e sovrani. Maddalena, Flora, Agnes, Dorotea: in modo diverso, ciascuna si renderà protagonista della sua vita rivendicando fino alle estreme conseguenze il diritto alla propria libertà, in una vertiginosa oscillazione tira temerarietà e calcolo, orgoglio e ipocrisia, bisogno di amare e sentirsi amate è cieco desiderio di riscatto.
Un discorso a parte merita Ana de Mendoza, l’imperscrutabile rampolla di un’influente famiglia spagnola, il cui mistero pare racchiuso nella benda nera che porta sull’occhio. Tanto abile a tirare di scherma quanto tessere intrighi a corte, la sfuggente ANA ha gettato attorno a sé un potente incantesimo capace di soggiogare lo stesso re. Cinzia Tani ci introduce nelle grandi corti d’Europa del XVI secolo, e lo fa con la consueta passione, svelandoci i meccanismi del potere politico, proprio mentre la Storia si appresta a celebrare il tramonto di Carlo V, l’imperatore del Sacro Romano Impero, e si fa teatro di una cruenta guerra di religione sotto la spinta di Filippo II, determinato a difendere a oltranza il cattolicesimo contro gli eretici e gli infedeli.
Intanto i fratelli Avecedo, Gabriel, a Manuela e Sofia, le cui.p vite hanno preso direzioni molto diverse, a distanza di anni dall’omicidio dei genitori sono ancora in attesa di sapere la verità. Raimunda, la governante che ha assistito al delitto, ormai anziana, è final,ente pronta a rivelare tutto ciò che è accaduto quella notte.

Recensione:

Dopo aver letto il primo libro, pur con le mie perplessità, avevo deciso di proseguire con il secondo. Volevo dare una possibilità a questa trilogia che prometteva bene ma che poi si è rivelata noiosa e ripetitiva. 
Sin dalle prime pagine ho riscontrato una lentezza incredibile e la ripetizione di cose dette tante, troppe volte, in poche righe.
Nasce come romanzo storico ma di romanzo ha poco o nulla. È scritto in modo troppo asciutto, non c'è la minima emozione. Sembra di leggere un trattato di storia dove ogni tanto è messo qua e là un personaggio di pura invenzione.
Se aggiungiamo che il traduttore, o l'editor (non lo so) confonde i nomi dei personaggi il disastro è fatto. Leticia diventa Alicia,  zio e nipote diventano cugini. 
Come si può pretendere che tutti i fili della trama restino ben chiari nella mente del lettore?
Mi dispiace stroncare una lettura che poteva essere molto interessante. Se ci fossero stati meno personaggi e meno storia sarebbe stato un romanzo riuscitissimo per gli amanti dell'epoca. Invece resta un guazzabuglio disordinato di nomi e fatti storici. 
Vogliamo parlare delle donne di questo libro fulcro della trama? Ana de Mendoza viene citata dopo la prima metà del libro e oltre a ripetere molte volte che è affascinante sforna molti figli e di trame ordite contro persone del palazzo non se ne fa menzione. Solo una blanda allusione ad una delle protagoniste de libro, niente di più.
Le cugine Avecedo e le donne che ruotano attorno a quella famiglia sembrano destinate tutte alla stessa fine. Sedotte e abbandonate. Ma è possibile che non si impari dagli errori dei propri antenati? 
Mah, un vero peccato. Non me la sento di consigliarlo caldamente. Per gli appassionati di storia può essere un bel ripasso, ma per le atmosfere e le trame ripetute per 395 pagine proprio no.

Valutazione:

★★/ 5


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