La moglie di Dante - Marina Marazza




Casa editrice: Solferino
Pagine: 554
Prezzo: 20,00 € 

Trama:

Gemma, la donna di cui Dante non scrisse mai. Che tempra deve aver avuto, questa fiorentina che nessuno ricorda? Sposa, per amore, un uomo sconsigliabile: non ricco, privo di potere politico e per di più poeta. Non si lascia sgomentare quando lui si trova sul fronte sbagliato, in una Firenze in cui la lotta aspra tra le fazioni distrugge vite e patrimoni. Ne affronta il lungo esilio diventando una "vedova bianca" a trent'anni: dapprima dee gestire le difficoltà economiche, quattro figli che crescono, l'ostilità politica che monta intorno alla famiglia del "nemico" Alighieri; poi si vede confiscare tutti i beni e deve fuggire, incinta, dalla città per rifugiarsi con i ragazzi in una malsana palude. E a ogni svolta del destino le si para davanti suo cugino Corso Donati, il barone bello come un San Michele, violento e seduttore ma ace protettivo e leale, che lei respinge ma da cui in realtà è attratta. E la rivale, l'angelica Beatrice?
Non è un suo problema. Perché è lei, sempre accanto a Dante, forte nella sventura e artefice delle sue fortune, la vera musa della sua vita. Una moglie lo sa benissimo. E' solo la storia che lo ha dimenticato.
In un Trecento feroce e splendido di castelli, duelli e fazioni, di fede e scomuniche, Gemma è carne, sangue, intelligenza e passione. Ed è solo un errore del destino se Dante è diventato immortale e lei invisibile. Con questo romanzo Marina Marazza le restituisce una storia personale ricca di vicissitudini e la riporta alla vita nella dimensione che è sua: quella delle grandi eroine e delle grandi donne.

Recensione:

Non deve essere facile essere la moglie di un uomo con un cognome così importante. Di un uomo che ha una penna affilata come una spada, di un uomo retto che non china il capo di fronte alle ingiustizie della vita. Di un uomo che ha fatto di tutto per redimere la sua Firenze, la città che gli ha voltato le spalle.
Gemma Donati è una donna tutta d'un pezzo. E' una donna che non si lascia abbattere dalla sventura che colpisce la sua famiglia. Che lotta per i suoi figli e per quell'uomo che mette davanti a tutto - perfino se stesso - i suoi ideali di giustizia e rettitudine. 
Dante Alighieri non è un uomo semplice e lei lo sa, nonostante questo lo ama. Gli resta accanto, come può, durante gli anni dell'esilio. Cresce i loro bambini e lascia andare via i tre più grandi quando compiono 14 anni per raggiungere il padre. Lei sa cos'è il dolore e stoicamente lo sopporta e va avanti.




Ma chi è davvero Gemma? 
Pochi la conoscono davvero, pochi la prendono in considerazione. Tutti conoscono il suo letterato consorte ma di lei cosa si sa?
E' una Donati. La sua famiglia ha un buon nome nella città di Firenze. E' rispettata da tutti. Ha un carattere forte e determinato. Non è molto letterata. Sa leggere e fare di conto, al resto ci pensano gli uomini. Eppure non è ingenua. Sa farsi rispettare. E' grazie a queste caratteristiche che riesce a sopravvivere durante gli anni dell'esilio di Dante. Senza un soldo e senza rendite riesce a far mangiare i suoi figli, riesce a farli studiare e a crescere nel migliore dei modi. In tutto questo tempo, però, non ha ma smesso di amare suo marito. Ha sempre pensato a lui, ha vissuto nella speranza di poterlo riabbracciare presto.
Solo quando capisce che Dante non tornerà mai a Firenze sarà lei ad andare da lui a Ravenna. Lo fa quando suo marito riesce a trovare una sistemazione adatta alla sua famiglia.
In questo libro Marina Marazza riesce perfettamente nel suo intento, ovvero quello di raccontare la storia di una  grande donna. Lo fa in modo minuzioso, dopo un attento studio. Lo racconta in modo semplice ed accattivante. Non appena ho cominciato a leggere questo libro mi sono ritrovata avvolta nell'atmosfera fiorentina del trecento. Gli usi e i costumi, i menestrelli, il far politica, i comizi, i congiuri e i tradimenti. Mi è piaciuto tutto di questo libro. Sia come è stato rappresentato Dante e soprattutto com'è stata descritta Gemma. 


"Mi vogliono dare in moglie a un sodale di mio cugino Corso, uno zoppo reduce di Campaldino." Inghiottii due volte a vuoto. Lui mi fissava zitto. "Ma io avevo in mente un altro reduce di quella battaglia, come marito" aggiunsi precipitosamente.
Continuava a fissarmi in silenzio, accanto alla mia panca, un piede sul corridoio, come pronto a fuggire da me.
"Un uomo di lettere, un poeta" proseguii, aprendogli il cuore. "Un giovane promettente. Non è ricchissimo di denari, ma di talenti. Non è di buon carattere, ma ha
gran testa. Ultimamente ha molto sofferto per la morte di una persona cara, ma deve riprendersi e ricominciare a vivere. E io credo di essere la donna giusta per aiutarlo a superare quella sofferenza".


Questo libro entra di diritto tra i più belli letti quest'anno e sono certa che recupererò tutti gli altri scritti da Marina Marazza. Valutazione: ★★★★★/ 5

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