Come non fui Imperatrice - Stefania del Belgio
Casa editrice: MGS PRESS
Pagine: 207
Prezzo: 18,00€
Trama:
La fine sanguinosa di Rodolfo d'Asburgo fu considerata per molto tempo come uno dei paurosi misteri della Corte austriaca. Accanto al principe ereditario, nel castello di caccia di Mayerling dove fu trovato morto, giaceva, colpita come lui da una pallottola al capo, la giovanissima baronessa Maria Vetsera.
Delitto o duplice omicidio? E nella seconda ipotesi, quali motivi avevano potuto indurre a uccidersi l'erede della corona imperiale? Si ricordavano i suoi amori, i suoi debiti, le sue dissipazioni; si citavano le sue audaci opinioni politiche che lo avevano spesso posto in contrasto con la Corte alla quale apparteneva. Qualcuno tuttavia, fino alla prima pubblicazione di questo libro, scritto dalla vedova Stefania del Belgio, persisteva a non ammettere la realtà del suicidio.
A tutt'oggi, comunque, non si è mai saputa la verità, si sono fatte solo molte supposizioni. Chi sapeva - certamente il cameriere di Rodolfo Johann Loschek, il suo cocchiere Josef Bratfisch e pochi altri - ha portato il segreto nella tomba.
La verità deve essere stata terribile se ha indotto l'imperatore Francesco Giuseppe a pagare con case e denaro contante il silenzio di quanti si trovavano a Mayerling il 30 Gennaio 1889.
"Come non fui imperatrice", è un libro coraggioso e sincero, popolato di figure e di avvenimenti storici, ricco di informazioni, che descrive non solo le delusioni coniugali della giovane figlia del re dei belgi, sposata senza amore all'erede di Francesco Giuseppe, ma anche le grandezze e le miserie della Corte di Vienna, i viaggi per l'Europa i tranquilli soggiorni triestini nel castello di Miramare.
Recensione:
Ho cominciato la lettura di questo libro con la assoluta ignoranza circa la storia di Stefania del Belgio. Sapevo essere la moglie di Rodolfo e che non era stato un matrimonio felice il loro ma nulla di più.
Questa mia passione è nata da Sissi e dal mito che la circonda. Libro dopo libro, però, ho capito che volevo saperne di più e così ho cominciato a documentarmi. Ad ampliare le mie conoscenze.
Ho letto il diario di Maria Valeria, ultima genita della coppia imperiale e adesso ho deciso di leggere la stessa storia da un altro punto di vista, da quello di uno
dei protagonisti della tragedia che colpì la famiglia imperiale e decretò il destino dell'Impero Austro-Ungarico.
Questo libro, che definirei una raccolta di memorie, comincia con il narrare l’infanzia di Stefania. Infanzia che fu decisamente molto rigida e poco calorosa. I genitori erano presenti ma non espansivi. Si interessavano della salute dei figli, così come dei loro progressi con gli studi ma non si concedevano molte smancerie. Erano molto presi dal loro ruolo di governanti.
Si passa poi al fidanzamento con Rodolfo, al matrimonio e ai viaggi imperiali di rappresentanza. Con il matrimonio la vita di Stefania cambia radicalmente. Cambia a tal punto che il suo fisico ne risente e deve prendersi un periodo di riposo. Già agli inizi del matrimonio racconta della loro unione non idilliaca e senza amore. Sin da subito sente che manca un legame con il consorte. Cerca anche di interessarsi a ciò che lo appassiona. Studia, ci mette impegno ma non ottiene grandi risultati. Con il procedere della narrazione vediamo il mutamento di Stefania e di Rodolfo. Lei non è più la ragazzina andata in sposa ad un giovane principe e lui non è più la stessa persona. Lo si capisce dalle sue lettere sempre più frenetiche e sconnesse, dai commenti sprezzanti e dai comportamenti che ha. Stefania cerca di arginare il marito, raccoglie perfino il coraggio e va a parlare con l'Imperatore. Rimane inascoltata purtroppo e poco dopo si consuma la tragedia di Mayerling.
Devo ammettere che questo libro mi è piaciuto.
È una raccolta di memorie e quindi è tutto molto soggettivo però rende l’idea circa il dispiacere di Stefania e il suo rammarico nel rendersi conto che è inascoltata. La sua è una presenza necessaria per generare un erede (la coppia avrà solo una figlia femmina) e nulla di più. Stefania, cresciuta nella corte della famiglia d’origine, sa come muoversi e come comportarsi quasi meglio di sua suocera, Elisabetta. I suoi sforzi non bastano, le sue buone intenzioni finiscono nel dimenticatoio. Dopo anni di sofferenza si arrende alla vita e al susseguirsi degli eventi. Dopo la tragedia di Mayerling il suo compito è finito, del suo legame con gli Asburgo resta solo una bimba di nome Elisabetta che assomiglia molto al padre.
Come dicevo poco prima questo libro mi è piaciuto perché ha messo in evidenza sfaccettature e fatti che la Storia non narra. Ho apprezzato il fatto che Stefania abbia riportato le lettere che Rodolfo le scriveva e che abbia commentato poi certi passaggi. Si è così capito lo stato di delirio nel quale si trovava il principe Ereditario. Ha reso note le sfumature di una persona fragile e oppressa da un mondo che non ha scelto, da un ruolo che forse non avrebbe voluto o che avrebbe voluto gestire diversamente. È il racconto di una tragedia annunciata che nessuno ha avuto il coraggio di riconoscere.
È sicuramente una lettura che apre un mondo da scoprire ed approfondire. E, ovviamente, non mancherò di farlo.
Valutazione: ★★★★★/5
Valutazione: ★★★★★/5
Ciao, il libro mi è piaciuto.:-)
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